domenica 29 ottobre 2017

Tratta XLVII (Falene) .1 – … un gruppo abbastanza omogeneo…


[Dialogante 2]  Non è dunque nostra intenzione scrivere un libro, e neppure un capitolo sulle farfalle. Quindi non ci scuseremo neppure per il mancato accenno alle due forse più numerose famiglie di Ropaloceri (vulgo Farfalle diurne), i Lycanidi e gli Esperidi.
[Dialogante 1]  Vuoi dire che passeremo senz’altro agli Sfingidi (detti anche impropriamente Farfalle crepuscolari), anche se molte volano di notte mentre altre di giorno, in pieno sole?
[Dialogante 2]  Del resto, sarà bene avvertire il lettore che voglia informarsi in maniera più precisa che i nomi di cui qui ci serviamo sono per la maggior parte decadenti, ma che la tassonomia dei Lepidotteri, in continua trasformazione, non ha ancora trovato una sua definitiva sistemazione, cosicché è difficile tenerle dietro dai tempi di Linneo a oggi.
[Dialogante 1]  Si diceva degli Sfingidi (Sphingidae), un gruppo abbastanza omogeneo, che ha mantenuto abbastanza bene il suo posto nelle classificazioni, anche se avariato non di poco la nomenclatura interna. Mi vengono in mente in particolare due specie, la sfinge ‘Testa di morto’ (Acherontia atropos) e la ‘sfinge dell’oleandro’ (Daphnis nerii). La prima l’ho vista più volte è anche allevata [1], a partire dal bellissimo bruco; la seconda ho sempre desiderato vederla per la strepitosa eleganza cromatica delle sue ali, ma so benissimo di aver perso ogni speranza.
[Dialogante 2]  Quanto alle altre grandi sfingi, abbiamo incontrato abbastanza spesso la grande Protoparce convolvuli [2] una volta sola, vicino a Amburgo, la Sphinx ligustri, due o tre volte, la Smerinthus quercus [3] qui in Sabina, varie specie di Deilephila (e affini) e, ovviamente il comunissimo Macroglossum stellatarum.
[Dialogante 1]  Sappiamo che questi nomi latini non risvegliano nessun’immagine nel profano; ciononostante potrebbe darsi che qualche lepidotterologo dilettante si trovi a percorrere queste tratte e per qualche chilometro so che c’intenderemo.





[1]           Ne ho anche descritto l’avventuroso ritrovamento (vedi…).
[2]           Oggi Agrius convolvoli (Linneo 1758), della tribù Acherontinii.
[3]           Oggi Marumba quercus (Denis e Schiffermüller 1775), della tribù Smerinthini.

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