[Dialogante 2] Non è dunque
nostra intenzione scrivere un libro, e neppure un capitolo sulle farfalle.
Quindi non ci scuseremo neppure per il mancato accenno alle due forse più
numerose famiglie di Ropaloceri
(vulgo Farfalle diurne), i Lycanidi e gli Esperidi.
[Dialogante 1] Vuoi dire
che passeremo senz’altro agli Sfingidi
(detti anche impropriamente Farfalle
crepuscolari), anche se molte volano di notte mentre altre di giorno, in
pieno sole?
[Dialogante 2] Del resto,
sarà bene avvertire il lettore che voglia informarsi in maniera più precisa che
i nomi di cui qui ci serviamo sono per la maggior parte decadenti, ma che la
tassonomia dei Lepidotteri, in continua trasformazione, non ha ancora trovato
una sua definitiva sistemazione, cosicché è difficile tenerle dietro dai tempi
di Linneo a oggi.
[Dialogante 1] Si diceva
degli Sfingidi (Sphingidae), un gruppo abbastanza omogeneo, che ha mantenuto
abbastanza bene il suo posto nelle classificazioni, anche se avariato non di
poco la nomenclatura interna. Mi vengono in mente in particolare due specie, la
sfinge ‘Testa di morto’ (Acherontia
atropos) e la ‘sfinge dell’oleandro’ (Daphnis
nerii). La prima l’ho vista più volte è anche allevata [1],
a partire dal bellissimo bruco; la seconda ho sempre desiderato vederla per la
strepitosa eleganza cromatica delle sue ali, ma so benissimo di aver perso ogni
speranza.
[Dialogante 2] Quanto alle
altre grandi sfingi, abbiamo incontrato abbastanza spesso la grande Protoparce convolvuli [2]
una volta sola, vicino a Amburgo, la Sphinx
ligustri, due o tre volte, la Smerinthus
quercus [3]
qui in Sabina, varie specie di Deilephila
(e affini) e, ovviamente il comunissimo Macroglossum
stellatarum.
[Dialogante 1] Sappiamo che
questi nomi latini non risvegliano nessun’immagine nel profano; ciononostante
potrebbe darsi che qualche lepidotterologo dilettante si trovi a percorrere
queste tratte e per qualche
chilometro so che c’intenderemo.
Nessun commento:
Posta un commento