mercoledì 4 ottobre 2017

Tratta XLIII.1 – I ricordi, i ricordi!


[Dialogante 1]  A chi invecchia si inaridisce il pensiero o si inaridiscono le fonti dell’informazione che dovrebbero mantenerlo?
[Dialogante 2]  Direi che a inaridire sono piuttosto queste ultime. La crescente sonorità non invoglia gli altri a comunicare. Dal più non invita noi ad ascoltare.
[Dialogante 1]  Così come la scarsa mobilità cilena sempre agli stessi oggetti, agli stessi panorami. Una foglia richiama ogni giorno la stessa attenzione…
[Dialogante 2]  … per poi informarci che è lievemente ingiallita o che i suoi margini sono stati ulteriormente interessate dalla voracità di un minuscolo insetto.
[Dialogante 1]  Dobbiamo accontentarci dell’involontaria informazione fornitaci da una mosca di passaggio o da una formica incerta sul da farsi.
[Dialogante 2]  Possiamo però far riferimento sull’enorme quantità di informazioni accumulate dal nostro cervello nel corso di una vita…
[Dialogante 1]  … e migliaia di volte rimasticata come si fa con un chewing-gum o come quando, da bambino, mi ritrovavo alle quattro del pomeriggio con ancora in bocca l’ultimo pezzo di carne che non ero riuscito a mandar giù a pranzo.
[Dialogante 2]  I ricordi, i ricordi! Qualche volta c’era da spremersi ancora qualche goccia di un liquido dolce-amaro…
[Dialogante 1]  … ma il più delle volte apparivano asciugati fino all’osso…
[Dialogante 2]  … e si ritorna alla foglia rosa ai margini.
[Dialogante 1]  Può talora capitare che d’improvviso un ricordo lontano ciò appaia come nuovo, poi però, pensando meglio, non è che un ricordo sgradevole che avremmo fatto meglio a lasciare dove stava.
[Dialogante 2]  Novità? Certo ogni tanto capitano anche queste, ma noi non siamo più pronti a coglierle e, quando ce le fanno notare, non sono già più novità e non ci resta che rimpiangere un’occasione di vita perduta.
[Dialogante 1]  È proprio questa la vecchiaia?
[Dialogante 2 e 1, a due]   Solo se vogliamo che lo sia.

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