[Dialogante 1] A chi
invecchia si inaridisce il pensiero o si inaridiscono le fonti
dell’informazione che dovrebbero mantenerlo?
[Dialogante 2] Direi che a
inaridire sono piuttosto queste ultime. La crescente sonorità non invoglia gli
altri a comunicare. Dal più non invita noi ad ascoltare.
[Dialogante 1] Così come la
scarsa mobilità cilena sempre agli stessi oggetti, agli stessi panorami. Una
foglia richiama ogni giorno la stessa attenzione…
[Dialogante 2] … per poi
informarci che è lievemente ingiallita o che i suoi margini sono stati
ulteriormente interessate dalla voracità di un minuscolo insetto.
[Dialogante 1] Dobbiamo
accontentarci dell’involontaria informazione fornitaci da una mosca di
passaggio o da una formica incerta sul da farsi.
[Dialogante 2] Possiamo
però far riferimento sull’enorme quantità di informazioni accumulate dal nostro
cervello nel corso di una vita…
[Dialogante 1] … e migliaia
di volte rimasticata come si fa con un chewing-gum
o come quando, da bambino, mi ritrovavo alle quattro del pomeriggio con ancora
in bocca l’ultimo pezzo di carne che non ero riuscito a mandar giù a pranzo.
[Dialogante 2] I ricordi, i
ricordi! Qualche volta c’era da spremersi ancora qualche goccia di un liquido
dolce-amaro…
[Dialogante 1] … ma il più
delle volte apparivano asciugati fino all’osso…
[Dialogante 2] … e si
ritorna alla foglia rosa ai margini.
[Dialogante 1] Può talora
capitare che d’improvviso un ricordo lontano ciò appaia come nuovo, poi però,
pensando meglio, non è che un ricordo sgradevole che avremmo fatto meglio a
lasciare dove stava.
[Dialogante 2] Novità?
Certo ogni tanto capitano anche queste, ma noi non siamo più pronti a coglierle
e, quando ce le fanno notare, non sono già più novità e non ci resta che
rimpiangere un’occasione di vita perduta.
[Dialogante 1] È proprio
questa la vecchiaia?
[Dialogante 2 e 1, a due] Solo se
vogliamo che lo sia.
Nessun commento:
Posta un commento