sabato 30 novembre 2013

No a un’economia dell’esclusione



Andrés Rábago, "El Roto" – "Ci doveva capitare un papa cristiano! Ma che disgrazia!"

Comenteremo in questi prossimi giorni qualche piccola convergenza. Poi, a revisione conclusa, parleremo della trasferibilità.

lunedì 18 novembre 2013

Tratta I.6 – Inveterata consuetudine politica



[Dialogante 1]                  Prova con un’altra. Che la guerra non sia altro che la versione umanizzata della competizione o della lotta per il territorio, seppure si tratta di due meccanismi indipendenti?

[Dialogante 2]                  Interpretazione ai limiti dell’ovvio e proprio per questo assai poco interessante.

[Dialogante 1]                  Le interpretazioni hanno da essere ‘interessanti’, non basta che siano più o meno ‘vere’?

[Dialogante 2]                  Proprio tu ci vieni a parlare di ‘verità’, da quel relativista che sei?

[Dialogante 1]                  Non nego la validità del concetto di ‘verità’, se ne restringiamo il campo agli UCL. Comunque hai ragione: sarebbe meglio se riuscissimo a dare una fondazione più formale a questo concetto, come abbiamo fatto in matematica.

[Dialogante 1]                  Secondo te un fondazione formale sarebbe più affidabile di una basata sull’esperienza concreta?

[Dialogante 2]                  È ciò che divide la fisica sperimentale da quella teorica. Per parte mia sarei più interessato alla fisica teorica… se le mie scarse conoscenze mi permettessero di capirla. In ogni caso penso che la fisica, per essere credibile e soprattutto praticabile abbia bisogno di una doppia convalida: dall’alto di una teoria e dal basso di una pratica quotidiana.

[Dialogante 1]                  Perché parli di ‘basso’ e ‘alto’?

[Dialogante 2]                  Per inveterata consuetudine politica…

[Dialogante 1]                  E perché non te ne liberi?

[Dialogante 2]                  E perché dovrei?

[Dialogante 1]                  In omaggio a IMC*.

* Ipotesi Metaculturale v. pag.

domenica 17 novembre 2013

Tratta I.5 - Salvi sia le carte che il collo



Joseph-Ignace Guillotin


[Dialogante 1]                  Sicché, una tratta avrebbe senso per te solo se collega due concetti non ovvi –e anche le tratte avrebbero da essere non ovvie– ma neppure incompatibili l’una con l’altra.

[Dialogante 2]                  E così, se lo fossero –incompatibili– e noi volessimo passare dall’una all’altra, non ci sarebbe che da imbrogliare la carte o rompersi l’osso del collo?

[Dialogante 1]                  Forse, procedendo per gradi intermedi, potremmo riuscire…

[Dialogante 2]                  Bravo! Sempreché l’incompatibilità non sia assoluta…

[Dialogante 1]                  …nel qual caso basterebbe disconoscere gli assoluti e sarebbero salvi sia le carte che il collo.

[Dialogante 2]                  Purtroppo sono in pochi a essere disposti a rinunciare agli assoluti e preferirebbero la rottura del collo –possibilmente di qualcun altro…

[Dialogante 1]                  …vuoi dire la guerra?

[Dialogante 2]                  Così si è sempre fatto. Non mi chiedere perché. Ti dovrei rispondere: per l’imbecillità umana, ma mi rendo conto che una tale risposta sarebbe del tutto inadeguata. 

sabato 9 novembre 2013