[Dialogante 1] Non è certo
in nostro potere modellare il tempo e gli avvenimenti a nostro piacere. Ciò
nonostante alla costruzione della nostra vita partecipiamo anche noi, e non
come un elemento secondario.
[Dialogante 2] Vuoi dire
che anche la vecchiaia è in mano nostra?
[Dialogante 1] Fino a un
certo punto sì. Così la precedente griglia descrizione di una vecchiaia ridotta
all’osservazione di una foglia ingiallita e risucchiata non rispecchia una
realtà ineluttabile, un destino cui non si sfugge.
[Dialogante 2] Di
informazioni in grado di raggiungerci pure attraverso occhiali, apparecchi
acustici, comunicazioni telematiche, ce n’è in abbondanza, spazio e tempo ne
sono pieni…
[Dialogante 1] … e anche il
nostro cervello è ancora capace di produrne in quantità, solo che si sappia
sollecitarlo convenientemente.
[Dialogante 2] È possibile
che, per raggiungere il rendimento di trenta, quarant’anni prima occorra
impegnare una maggiore quantità di energia…
[Dialogante 1] … senza
contare che l’energia spesa in ricerche di spesso inconcludenti tende a
diminuire per conservarsi a progetti meglio indirizzati.
[Dialogante 2] E così i
ricordi, anziché oggetto di vagheggiamenti nostalgici, diventano – possono
diventare – strumenti di confronto, di più consapevole analisi del presente.
[Dialogante 1] A sentirci
parlare si direbbe che la ‘terza età’ sia la più ricca di potenzialità, di
probabilità favorevoli.
[Dialogante 2] Un primo
passo è vederla così, abbondantemente nutrita del suo passato e ancora
fiduciosa in un possibile futuro.
[Dialogante 1] Ma una
mentalità del genere non s’improvvisa in tarda età.
[Dialogante 2] Per questo
ci sarebbe bisogno di allenarla con molto anticipo, direi fin dagli anni della
scuola.
[Dialogante 1] Ma questo
richiederebbe un ripensamento di tutto l’itinerario formativo.
[Dialogante 2] Anche la
vecchiaia fa parte della vita e richiede un’adeguata formazione.
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