giovedì 5 ottobre 2017

Tratta XLIII.2 – ... un destino cui non si sfugge...




[Dialogante 1]  Non è certo in nostro potere modellare il tempo e gli avvenimenti a nostro piacere. Ciò nonostante alla costruzione della nostra vita partecipiamo anche noi, e non come un elemento secondario.
[Dialogante 2]  Vuoi dire che anche la vecchiaia è in mano nostra?
[Dialogante 1]  Fino a un certo punto sì. Così la precedente griglia descrizione di una vecchiaia ridotta all’osservazione di una foglia ingiallita e risucchiata non rispecchia una realtà ineluttabile, un destino cui non si sfugge.
[Dialogante 2]  Di informazioni in grado di raggiungerci pure attraverso occhiali, apparecchi acustici, comunicazioni telematiche, ce n’è in abbondanza, spazio e tempo ne sono pieni…
[Dialogante 1]  … e anche il nostro cervello è ancora capace di produrne in quantità, solo che si sappia sollecitarlo convenientemente.
[Dialogante 2]  È possibile che, per raggiungere il rendimento di trenta, quarant’anni prima occorra impegnare una maggiore quantità di energia…
[Dialogante 1]  … senza contare che l’energia spesa in ricerche di spesso inconcludenti tende a diminuire per conservarsi a progetti meglio indirizzati.
[Dialogante 2]  E così i ricordi, anziché oggetto di vagheggiamenti nostalgici, diventano – possono diventare – strumenti di confronto, di più consapevole analisi del presente.
[Dialogante 1]  A sentirci parlare si direbbe che la ‘terza età’ sia la più ricca di potenzialità, di probabilità favorevoli.
[Dialogante 2]  Un primo passo è vederla così, abbondantemente nutrita del suo passato e ancora fiduciosa in un possibile futuro.
[Dialogante 1]  Ma una mentalità del genere non s’improvvisa in tarda età.
[Dialogante 2]  Per questo ci sarebbe bisogno di allenarla con molto anticipo, direi fin dagli anni della scuola.
[Dialogante 1]  Ma questo richiederebbe un ripensamento di tutto l’itinerario formativo.

[Dialogante 2]  Anche la vecchiaia fa parte della vita e richiede un’adeguata formazione.

Nessun commento: