[Dialogante 2] Ci viene
detto che manifestazioni di protesta si sono svolte in centinaia di città, ma
che solo a Roma sono degenerate in vere e propria guerriglia urbana.
[Dialogante 1] Questa volta
è toccato a noi, la violenza nell’uomo come specie, può esplodere ovunque,
anche senza una causa specifica.
[Dialogante 2] Ma
normalmente una causa ce l’ha, ed è un’altra forma di violenza, meno visibile,
più occulta, ma spesso più devastante.
[Dialogante 1] La violenza
del capitale è sotto gli occhi di tutti, anche se molti, troppi, fanno finta di
non vederla ora vedono effettivamente perché stanno dalla parte di violentatori
senza neppure rendersene conto.
[Dialogante 2] La semplice
ricchezza è già ingiusta se gli altri non l’hanno.
[Dialogante 1] Ma per quale
ragione dovrebbe essere giusta?
[Dialogante 2] Giusto! Un
uomo spara a un lupo che gli ha ucciso una pecora. Lo condanneresti per questo?
[Dialogante 1] Penso di no.
Perché posso capire le sue ragioni.
[Dialogante 2] Ma il lupo
ha ucciso perché è affamato, mentre l’uomo, guarda caso, detesta la carne
ovina.
[Dialogante 1] Ma la pecora
e la sua carne fanno parte della ricchezza di quell’uomo è il lupo non aveva
alcun diritto su di essa.
[Il Leone] (è d’obbligo nelle favole) si erge a giudice della
controversia: (al Lupo)
Restituisci all’uomo
ciò che è suo.
[Il Lupo] Non posso.
[Il Leone] Perché?
[Il Lupo] Perché l’ho
mangiato.
[Il Leone] Vuol dire
che il padrone della pecora mangerà te come risarcimento.
[L’Uomo] Non mi piace
la carne di lupo.
[Il Leone] Vuol dire
che in qualità di giudice la mangerò io, poi mangerò anche te per oltraggio
alla corte.
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