[Dialogante 1] Questo
succederebbe presso i topi.
[Dialogante 2] E questo
presso gli umani. Istinto e ragione funzionano suppergiù allo stesso modo.
[Dialogante 1] La ragione
non sarebbe quindi che un istinto modificato, come certi tipi di mais?
[Dialogante 2] Non ci
sarebbe poi tanto da meravigliarsi, visto che ambedue sono produzioni del
cervello.
[Dialogante 1] Non sappiamo
però, o meglio io non so, se le prestazioni che vorremmo dire ‘primarie’, cioè
quelle rivolte verso l’esterno – percepire, conoscere, collegare, capire ecc. –
siano svolte dalle stesse parti del cervello che svolgono quelle ‘secondarie’,
cioè riflessive.
[Dialogante 2] Cioè un
conto è sapere, un altro sapere di sapere. Così per esempio le api sanno
benissimo come costruire un alveare, ma sanno di saperlo?
[Dialogante 1] La capacità
riflessiva non è forse necessaria alla sopravvivenza…
[Dialogante 2] … e neppure
all’evoluzione, visto che si è manifestata piuttosto tardi nella storia della
vita…
[Dialogante 1] … e solo
presso singoli gruppi di vertebrati, essenzialmente mammiferi e uccelli.
[Dialogante 2] Non sapremmo
dire neppure con sicurezza se c’è più consapevolezza in una rana o un coccodrillo
da un lato o in un topo dall’altro.
[Dialogante 1] La
consapevolezza ricopre la stessa area della ragione o si riscontra anche
nell’area dell’istinto?
[Dialogante 2] In altre
parole avrebbe senso parlare di ‘istinti coscienti’?
[Dialogante 1] E allora
anche di ‘ragionamenti incoscienti’?
[Dialogante 2] Quello che
chiamiamo ‘pensiero’ ricopre ambedue le aree, quella ‘primaria’ e quella
‘secondaria’?
[Dialogante 1] La memoria a
quale area appartiene? e il presentimento?
[Dialogante 2] Mi viene il
sospetto che tutte le nostre domande dipendono dalle parole.
[Dialogante 1] Dalle parole
in quanto associano, riconoscono, distinguono.
[Dialogante 2] Non so
perché, ma mi sento più giovane di quarant’anni [1].
Nessun commento:
Posta un commento