[Dialogante 2] Una domanda
sorge spontanea: anche a prescindere da obiezioni logiche – che, almeno nella
logica corrente, non possono coesistere a pari merito in una stessa persona due
convinzioni contrarie – la coesistenza degli opposti è estremamente difficile
anche dal punto di vista psicologico.
[Dialogante 1] Forse la
rende possibile la rapida alternanza dell’uno e dell’altro, del sì e del no,
come, nel caso della corrente alternata, l’alternarsi di segno dei due poli.
[Dialogante 2] Il risultato
per la psiche sarebbe uno stato di permanente incertezza, non certo vantaggioso
quando si debbono prendere delle decisioni…
[Dialogante 1] … forse però
utile per evitare decisioni affrettate.
[Dialogante 2] Ma non è
questo tentennamento decisionale che chi fa preferire l’incerto al certo, ma
proprio la coesistenza di due alternative non più escludentisi.
[Dialogante 1] Vuoi dire la
classica coincidentia oppositorum,
cara ai mistici quanto aborrita dai razionalisti?
[Dialogante 2] Non intendo
neppure questo, solo la possibilità che una tale coincidenza si verifichi, il nihil obstat da parte logica…
[Dialogante 1] … in altre
parole la ‘sospensione del principio di non contraddizione’, cioè Def. 2 dell’Ipotesi metaculturale.
[Dialogante 2] IMC si
contenta di poco: nella sola possibilità che una certa cosa non si dia anziché
della certezza che qualcos’altro si dia.
[Dialogante 1] È proprio
questa ‘debolezza’ di IMC che la rende oggi vincente.
[Dialogante 2] Sei proprio
sicuro che sia vincente?
[Dialogante 1] Un impulso
irrazionale mi farebbe rispondere di sì e non ho nulla contro l’irrazionalità,
ma nulla neppure contro la razionalità. Di conseguenza mi trovo nuovamente in
una situazione di incertezza, assai scomoda…
[Dialogante 2] … scomoda se
qualcuno o qualcosa chi costringe a prendere una decisione. Ma, se accetti una
condizione che ti faccia convivere, non dico con entrambe le decisioni, ma
indifferentemente con l’una o con l’altra fin quando altri argomenti ti
chiariscono le idee.
[Dialogante 1] Bell’esempio
di autonomia decisionale!
[Dialogante 2] ‘Autonomia’
non vuol dire ‘autarchia’.
[Dialogante 1] Non mi convince il tuo ragionamento. Ha troppo il sapore
del qualunquismo, e IMC non vorrebbe a nessun costo trovarcisi invischiata.
[Dialogante 2] Non penso
che dobbiamo essere così presuntuosi da non accettare aiuti esterni, quando le
nostre forze sono chiaramente insufficienti.
[Dialogante 1] E uno stato
d’indecisione indicherebbe univocamente una nostra insufficienza?
[Dialogante 2] Non dico
questo. La carenza di informazioni potrebbe giustificare pienamente tale stato.
[Dialogante 1] Addirittura
potrebbero verificarsi casi di indecidibilità ‘logica’. In tutti questi casi
non si tratterebbe affatto di ‘mancanza di autonomia decisionale’ e la
responsabilità ricadrebbe su coloro che una decisione la pretendono.
[Dialogante 2] Spesso
tuttavia sono i fatti, le circostanze ad esigere che una decisione venga
comunque presa.
[Dialogante 1] Allora non
resta che lasciar libero il campo al ‘comunque’, non prima tuttavia che siano
state fatte le necessarie ricerche circostanziali. È infatti estremamente raro
che le decisioni debbano essere prese tra alternative perfettamente bilanciate.
[Dialogante 2] Il più delle
volte una piccola asimmetria nella distribuzione delle probabilità può
facilmente sfuggire…
[Dialogante 1] … quando non
essere deliberatamente ignorata.
[Dialogante 2] Il gioco
della probabilità che il terreno favorito dei bari…
[Dialogante 1] … e occorre
un massimo di vigilanza per non cadere in uno dei trabocchetti che la sorte o
più spesso i nostri simili ci tendono.
[Dialogante 2] Fidarsi è
bene… con quel che segue.
[Dialogante 1] Noi tuttavia
– e per ‘noi’ intendo i educati al pensiero metaculturale – restiamo
dell’opinione che la fiducia sia preferibile alla sfiducia, al sospetto che
sporca di fuliggine anche il volto di una bella donna.
[Dialogante 2] Vuoi dire
che se anche il senno di poi ci mostrerà tracce di fuliggine, per tutto il
tempo precedente abbiamo goduto di quel volto…
[Dialogante 1] … la cui
immagine non può – perché non deve – essere offuscata da una fuliggine tardiva.
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