venerdì 6 ottobre 2017

Tratta XLIII.3 – … una irrecuperabile ricchezza


[Dialogante 1]  Abbiamo appena mostrato un esempio di come il medesimo concetto possa essere trattato in modo da suscitare nel lettore due immagini contrastanti. È vera l’una o è vera l’altra?
[Dialogante 2]  Domanda sciocca in questo caso, perché si parla di modi di vedere, anzi di sentimenti, e questi sono notoriamente variabili da persona a persona, da momento a momento…
[Dialogante 1]  … e quindi sarebbe insensato interrogarsi sulla loro ‘verità’. Ma, se si trattasse di oggetti concreti, non così variabili come le immagini o i sentimenti, potevamo in quel caso parlare di ‘verità’ o ‘falsità’?
[Dialogante 2]  Domanda poco meno sciocca, almeno per chi come noi è allenato al pensiero metaculturale: qualsiasi oggetto viene conosciuto per ‘immagine’ e non ‘in sé’, o la loro valutazione passa per la ‘sensazione’ o il ‘sentimento’ che provocano in noi…
[Dialogante 1]  … e queste sensazioni o sentimenti vengono per così dire reificati dal cervello che finisce per trattarli come dati reali.
[Dialogante 2]  Ma in che senso questi sarebbero meno ‘reali’ delle immagini e queste meno reali dei dati che le hanno prodotte?
[Dialogante 1]  Da quanto stiamo dicendo sembrerebbe che la ‘realtà’ abbia più ‘gradi’, tra i quali ci sarebbero da annoverare anche i sogni, le allucinazioni, i ricordi, i presentimenti, la fantasia.
[Dialogante 2]  Non so cosa ne pensano gli psicologi, i neurologi; so solo che in antico e, per alcune culture, ancora oggi i confini tra realtà, sogno, fantasia sono estremamente labili.
[Dialogante 1]  Solo per l’universo iperrazionalizzato dell’uomo occidentale la realtà ‘vera’ ha uno statuto a sé, distinto dagli altri. Oggi peraltro questo universo sta estendendo il suo dominio su tutta intera l’umanità, cancellando un po’ alla volta tutti gli altri – o meglio sottraendogli valori – privandoci in tal modo di una irrecuperabile ricchezza. 

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