venerdì 6 maggio 2016

Tratta XXXVIII.6 – Ne è abolita la gerarchia…


[Dialogante 2]  Come mai anche la nostra proposta di rifondazione della musica a partire da concetti e comportamenti elementari ‘di base’ non ha attecchito?
[Dialogante 1]  In un primo momento ha avuto un riscontro estremamente positivo, di cui ancora oggi, dopo circa quarant’anni, si vedono le tracce. In seguito, attirati da altre finalità, siamo stati i primi a cambiare binario.
[Dialogante 2]  Quindi pensi che la proposta fosse valida?
[Dialogante 1]  Non lo so. Conteneva comunque molte, troppe ingenuità che da sole basterebbero a spiegare un fallimento che peraltro neppure c’è stato.
[Dialogante 2]  C’è stata semmai un’interpretazione riduttiva, quasi che avessimo voluto lanciare un metodo per comporre musiche senza regole, quando invece la nostra proposta riguardava la riflessione sulle condizioni che determinano la nascita di un linguaggio.
[Dialogante 1]  Prima ingenuità: era improbabile che un progetto del genere venisse inteso, soprattutto a livello di scuola primaria, dove tutte gli sforzi formativi sono indirizzati a trasmettere i fondamenti della nostra cultura…
[Dialogante 2]  … e IMC, seppure già nata, non era ancora all’ordine del giorno.
[Dialogante 1]  Seconda ingenuità, molto più sostanziale: i linguaggi – non quelli specialistici ma quelli propri di una cultura a vasta diffusione – non si creano né arbitrariamente né riflessivamente: nascono e crescono come nasce e cresce un prato, col concorso di infiniti impulsi formativi.
[Dialogante 2]  In fin dei conti la stessa ingenuità di Schönberg nel ‘progettare’ il linguaggio dodecafonico.
[Dialogante 1]  Terza ingenuità: la convinzione che si potessero parificare consonanza e dissonanza nella loro azione sull’apparato percettivo e da questo sui meccanismi analitici ed interpretativi posti nel cervello. Di fatto gli si chiedeva di azzerare questi prodotti dell’evoluzione in nome di un’utopia arbitraria.
[Dialogante 2]  Non è proprio così: in Musica prima consonanza e dissonanza non sono parificate, le differenze restano, ma ne è abolita la gerarchia.
[Dialogante 1]  Le ingenuità si pagano.



giovedì 5 maggio 2016

Tratta XXXVIII.5 – Consumato dalla storia…




[Dialogante 2]  Perché la musica alta non lo fa?”
È la domanda che gli orecchianti di musica, ma non solo loro, pongono al compositore più o meno d’avanguardia, ricevendo sempre più o meno la stessa risposta: perché quel linguaggio – la tonalità – è stato consumato dalla storia e non è più in grado di soddisfare le esigenze della contemporaneità.
[Dialogante 1]  È una tesi già sostenuta con vigore da Adorno sulla base dell’innovativa base dodecafonica introdotta da Schönberg nei primi anni Venti del secolo scorso…
[Dialogante 2]  … grammatica che poi tanto innovativa non era, giacché si avvaleva largamente dei criteri fraseologici e formali della tradizione tonale…
[Dialogante 1]  … e non era neppure una vera e propria ‘grammatica’ perché sprovvista di una funzionalità discorsiva.
[Dialogante 2]  A meritare la qualifica di ‘grammatica’, sarà, nel secondo dopoguerra, piuttosto la serialità integrale, che tuttavia ha avuto vita assai breve, essendo stata spazzata via dal ‘antigrammatica’ di John Cage già negli anni Cinquanta.
[Dialogante 1]  Sintomatico, ma ancora in attesa di una spiegazione, il fatto che nessuna di queste proposte innovative – a prescindere della qualità di singole opere – si è radicata in alcuna cultura musicale.
[Dialogante 2]  Ciò non toglie che l’insieme di queste ‘singolarità’ compositive stia a testimoniare di un periodo – meno di un secolo – scosso, oltre che dai tragici avvenimenti che sappiamo, da una instabilità culturale forse senza precedenti, …
[Dialogante 1]  … che ha colpito anche la musica, di cui secondo alcuni ha segnato la fine di una tradizione millenaria.
[Dialogante 2]  Alcuni pensano invero che, come accadde dopo la morte di Bach nel 1750, la musica, trascorso un periodo di semplificazione e impoverimento, vivrà una nuova stagione di ricchezza inventiva paragonabile alle precedenti.
[Dialogante 1]  C’est tout possible