venerdì 27 ottobre 2017

Tratta XLVI.6 – Gli uomini sono come sono



[Dialogante 2]  L’oro, il denaro… dipende da come li trasformiamo.
[Dialogante 1]  Supponiamo che la mafia destini l’1% delle sue entrate alla costruzione di due orfanotrofi su suolo americano…
[Dialogante 2]  … “God bless America” con tanto di benedizione del vescovo e del rabbino locali…
[Dialogante 1]  … e sarebbe tutto a posto se nessuno avrebbe da ridire sul denaro utilizzato.
[Dialogante 2]  “Il denaro non puzza”, ci puoi fare profumi di lusso.
[Dialogante 1]  Quando manca, però, puzza di miseria, ed è questo che fa, lontano dalle case dei ricchi.
[Dialogante 2]  Non dovrebbe essere difficile riportare un po’ di equità.
[Dialogante 1]  Sì, se non ci fossero gli uomini
[Dialogante 2]  Gli uomini sono come sono. È il denaro, la sete di guadagno che ne fa gli irresponsabili che ci portano a rovina.
[Dialogante 1]  L’oro non ha né produce responsabilità. È materia morta e priva di significato fin quando non glielo dà la nostra mente. Basterebbe un nuovo vocabolario che definisse l’oro: terriccio giallastro inadatto a fornire una utile merce di scambio – e molte cose cambierebbero.
[Dialogante 2]  Nella vita umana il simbolo conta spesso più che l’oggetto di cui il simbolo è vicariante.
[Dialogante 1]  E così un piccolo pezzo di carta, opportunamente contrassegnato, può farsi apportatore di felicità o di sconforto per un’intera famiglia.
[Dialogante 2]  Gli uomini vivono di virtualità assai più che di realtà.
[Dialogante 1]  Forse la stessa realtà riveste una certa importanza per noi solo se sappiamo rivestirla di una virtualità che agli occhi nostri la nasconda.
[Dialogante 2]  Può darsi addirittura che il male neppure esista se la nostra mente non sa dove collocarlo…
[Dialogante 1]  … e questa collocazione riguarda anzitutto la sua immagine virtuale.

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