[Dialogante 2] L’oro, il
denaro… dipende da come li trasformiamo.
[Dialogante 1] Supponiamo
che la mafia destini l’1% delle sue entrate alla costruzione di due orfanotrofi
su suolo americano…
[Dialogante 2] … “God bless
America” con tanto di benedizione del vescovo e del rabbino locali…
[Dialogante 1] … e sarebbe
tutto a posto se nessuno avrebbe da ridire sul denaro utilizzato.
[Dialogante 2] “Il denaro
non puzza”, ci puoi fare profumi di lusso.
[Dialogante 1] Quando
manca, però, puzza di miseria, ed è questo che fa, lontano dalle case dei
ricchi.
[Dialogante 2] Non
dovrebbe essere difficile riportare un po’ di equità.
[Dialogante 1] Sì, se non
ci fossero gli uomini
[Dialogante 2] Gli uomini
sono come sono. È il denaro, la sete di guadagno che ne fa gli irresponsabili
che ci portano a rovina.
[Dialogante 1] L’oro non ha
né produce responsabilità. È materia morta e priva di significato fin quando
non glielo dà la nostra mente. Basterebbe un nuovo vocabolario che definisse
l’oro: terriccio giallastro inadatto a fornire una utile merce di scambio – e
molte cose cambierebbero.
[Dialogante 2] Nella vita
umana il simbolo conta spesso più che l’oggetto di cui il simbolo è vicariante.
[Dialogante 1] E così un
piccolo pezzo di carta, opportunamente contrassegnato, può farsi apportatore di
felicità o di sconforto per un’intera famiglia.
[Dialogante 2] Gli uomini
vivono di virtualità assai più che di realtà.
[Dialogante 1] Forse la
stessa realtà riveste una certa importanza per noi solo se sappiamo rivestirla
di una virtualità che agli occhi nostri la nasconda.
[Dialogante 2] Può darsi
addirittura che il male neppure esista se la nostra mente non sa dove collocarlo…
[Dialogante 1] … e questa
collocazione riguarda anzitutto la sua immagine virtuale.
Nessun commento:
Posta un commento