[Dialogante 2] Eppure l’era
della riflessione sembra coincidere con quella che più ci avvicina
all’estinzione.
[Dialogante 1] Infatti i
maggiori vantaggi apportati dalla riflessione sono culturali ed è proprio la
cultura con le sue differenziazioni interne a produrre le tensioni da cui
scaturisce per la nostra specie il pericolo di un’immediata fine…
[Dialogante 2] … ancor
prima, per molte altre specie viventi.
[Dialogante 1] Ma, una
volta raggiunto lo stadio della riflessione culturale, non ci è possibile
tornare indietro a uno stadio per culturale, incompatibile con il livello
tecnologico sul quale ci troviamo.
[Dialogante 2] Il nostro
livello tecnologico non è espressione di quello culturale?
[Dialogante 1] Non credo.
La tecnologia ha i suoi propri ritmi evolutivi, diversi da quelli di altri rami
della cultura. Un tecnico informatico può trovarsi a un livello evolutivo –
posto che si possa definire un tale livello – marcatamente superiore o
inferiore a quello di un giudice di cassazione.
[Dialogante 2] Se è vero
che non è possibile stabilire un livello unico per i sistemi complessi come
quelli culturale – e io sono di questa opinione – non possiamo nemmeno
costruire graduatorie assolute e in determinate situazioni Kant sarebbe stato
di meno del suo calzolaio.
[Dialogante 1] Perché tali
ovvietà? Suppongo che tu le squinterni perché hai in serbo un colpo capace di
annientarle.
[Dialogante 2] Naturalmente,
ma quel colpo ce l’hai anche tu.
[Dialogante 1] E allora,
fuori!
[Dialogante 2 e 1, a due] Possiamo
definire un livello conoscitivo che non sia né superiore né inferiore a quello
culturale per il semplice fatto di non appartenere a quello ‘stile’: il livello
metaculturale.
[Dialogante 1] È cosa che
abbiamo detto e ripetuto mille volte…
[Dialogante 2] … ma non in
presenza degli stessi uditori e lettori…
[Dialogante 1 e 2, a due] … e, se non
sono gli stessi gli uditori e i lettori, anche il messaggio non lo è.
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