[Dialogante 1] Ci
domandavamo poc’anzi se UMC ha una sola interpretazione possibile, quella
annichilente. In vero abbiamo risposto già un anno fa a questa domanda [1],
giungendo la conclusione questa, del resto già prefigurata nello scritto del
1999 [2].
[Dialogante 2] Evidentemente
IMC, con la sospensione del principio di non contraddizione (Def. 2) e un forte eccitante delle
“celluline grigi” (come dice Poirot [3]).
[Dialogante 1] Bisogna
vedere se questa sovreccitazione cellulare non si esaurisce in una sorta di
‘moto browniano’ che non porta da nessuna parte.
[Dialogante 2] Dipende solo
da noi trovare il modo di indirizzarlo progettualmente, come del resto abbiamo
già fatto con le macchine a vapore.
[Dialogante 1] IMC può
dunque restare nulla più che un’ipotesi inerte a rischio di autofagia, oppure
farsi produttiva come una macchinetta del caffè…
[Dialogante 2] … ma per
diventarlo ha bisogno appunto del caffè…
[Dialogante 1] … che
stimoli le surricordate ‘celluline’.
[Dialogante 2] A ben
guardare IMC ha reso disponibile al pensiero l’intero versante di ciò che
pensavamo fosse tabù.
[Dialogante 1] A guardare
ancora meglio, questo versante era già stato reso disponibile, e più di una
volta, spesso però sopraffatto dallo ‘stile razionale’, dal Settecento in poi
rivelatosi dominante.
[Dialogante 2] Non ti
convince più il pensiero razionale, di cui siamo stati per tanti anni assertori
convinti?
[Dialogante 1] Che domanda?
Certo che mi convince, come sempre. Ma è proprio sulla convinzione che è bene
riflettere. Troppi sono i danni che le convinzioni hanno prodotto l’umanità e,
più ancora, all’ambiente.
[Dialogante 2] Che fare
allora? Anatema contro le convinzioni?
[Dialogante 1] Gli anatemi
come le fedi: non è il caso di condannare né questa né quella, ad ambedue
comunque è preferibile il tempo della riflessione.
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