domenica 31 luglio 2011

Una cinquina teologale (e v)

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Talora penso che ogni cosa sia anzitutto, forse esclusivamente un segno. Se la realtà di Dio fosse semiotica, questo basterebbe ad affermare che tutto lo è. Un uccello che vola sarebbe segno di un “uccello che vola” che, a sua volta sarebbe segno di un ““uccello che vola””, e così via, all’infinito, a meno che non intervenga l’arresto e con lui il ‘collasso’ da segno a realtà. Sarebbe così un più o meno arbitrario ‘arresto’ l’artefice del mondo, quello che altri chiamano “Dio”. È chiaro che si tratta di una fantasia semiotica senza fondamento. Mi domando però qual è il fondamento dell’ipotesi che dal segno ‘uccello che vola’ ci permette di raggiungere la realtà di un uccello che vola. Ricordo che questa domanda mi ossessionava fin da giovane, ma che non ho mai osato darle importanza per non cadere nel ridicolo. Oggi però, che questa paura mi ha abbandonato, l’affido a questi ‘postini’ che raccolgono le insensatezze che un anziano si può permettere per il solo fatto di esserlo. Dal resto non sono neppure sicuro che non appartengano alla medesima categoria anche i famosi teoremi di Gödel, solo che lui, quando li ha formulati, era ancora quasi un ragazzo e io continuo a dubitare a ottanta tre.

[Fine della cinquina teologale]

2 commenti:

cocuma ha detto...

...ho letto con attenzione alcuni tuoi post, in particolare la cinquina teologale. Non ho la cultura per entrare nel merito delle tue osservazioni, ma ho percepito un'immagine, di ciò che vai asserendo. Un buon vino da sorseggiare, di annata, all'interno di una bottiglia dove le spirali della tempesta si moltiplicano in ipotesi, e che un Dio, beffardo, vede, e non stappa. Sinceri auguri.

Rigobaldo ha detto...

E se fosse un Dio ubriacone che non trova più il cavatappi nel gorilaio circondante?

Cordialità,