domenica 24 luglio 2011

Terzo –e ultimo– 'commento d'autore'

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Come 'autore', ma senza pretesa di autorità in proposito, ripeto qui un mio dubbio che mi accompagna da molti anni, ma che un logico riterrebbe logicamente insensato: la riduzione alla monoplanarità che, grazie alla gödelizzazione, unifica struttura e semantica di un enunciato logico non ne cancella l'effettiva biplanarità, ma la nasconde dietro un'unica struttura grafica che attraverso l'interpretazione viene restituita alla duplicità originaria. A evidenziare tale duplicità – riconducibile alla saussuriana duplicità di ‘struttura’ (significato) sul segno, ho scelto di servirmi della proposizione “Io sono vera” anziché, come solitamente “Io sono falsa”. Data la simmetria concettuale di vero/falso (‘vero’ = ‘non falso’ e viceversa), ciò ha comportato solo un piccolo allungamento dell’espressione comprovante l’indecidibilità di “Io sono falsa”, e anche “Io sono vera” precipita nell’indecidibilità.

E siamo alla disperazione di Faust, cui è preclusa la conoscenza, non recuperabile neppure attraverso l’introspezione.

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