giovedì 14 luglio 2011

Estetica come 'valore aggiunto'?

Pitture dell'altopiano Ennedi, nel Chad

[140] Credo di avere già dedicato uno di questi postini al nostro –mio e di Paola– rifiuto del concetto di Arte. Vorrei comunque insistere. Perché rifiutarlo? Effettivamente: basta non servirsene o limitarne l’uso al suo significato artigianale, che comprende anche l’Arte della Fuga (in tedesco ‘Kunst’ è imparentato con ‘können’, ‘saper fare’). L’estetica è un ‘valore aggiunto’, anche se non è da escludere neppure per le pitture delle caverne. Niente quindi contro l’estetica se non avesse preteso, negli ultimi secoli e soprattutto da noi in Occidente, di surclassare quando non di soppiantare ogni altra ‘funzione’ dell’arte. Una statua greca, un mosaico medievale, un affresco rinascimentale hanno perduto ai nostri occhi le loro funzioni –testimoniali, religiose, celebrative– per conservare solo quella estetica. Questa prevaricazione, unita all’ipostasi ideologica del ‘bello’ o al suo successivo degrado di mercato, ciò che ha portato alla valutazione dell’estetica, dapprima con l’apertura al incoerente, al disordine, al caotico, infine con la contestazione globale del concetto.
Si comincia a sentirne la nostalgia.

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