martedì 5 luglio 2011

... sì e no conosciamo l’involucro...


[131] Del nostro pianeta abbiamo solo qualche conoscenza diretta limitata a un sottilissimo strato superficiale, quello che ospita la vita o poco più. Già di ciò che succede a pochi kilometri sotto di noi sappiamo poco o nulla, suppergiù quanto di Marte o Venere, quanto cioè ci dicono le conoscenze indirette, basate su calcoli e congetture. E anche dentro questi ristrettissimi limiti gli errori di valutazione sono all’ordine del giorno, nonostante i nostri potenti strumenti di osservazione e i sofisticati sistemi che ne inquadrano i risultati in maniera che riteniamo affidabile. E allora, perché quegli errori, perché la nostra gestione del pianeta è così inaffidabile?

È presto detto: per la nostra ingordigia, perché a un certo punto della nostra evoluzione ci siamo autonominati ‘padroni’ –non più semplici inquilini– di questo corpo celeste di cui sì e no conosciamo l’involucro. Nessun altro animale è mai stato così sciocco e presuntuoso da ritenersi padrone là dove non è che ospite occasionale, tollerato fintantoché la sua presenza non infastidisce chi lo ospita più di quanto una zanzara infastidisce noi.

2 commenti:

sabrina ha detto...

Caro Boris ecco che mi affaccio ai tuoi postini con l'intento di capire come si fa a rispondere, per poi poterlo spiegare anche a franco che ha una valanga di cose da condividere con te.Forse alcune te le invierà per mail visto che le ha scritte già in doc di world(sarebbe tipo lettera in altro formato). Colgo l'occasione per scriverti che venire a casa tua è sempre una grande opportunità per aprire più o meno piccole finestrine sul mondo, inteso come esterno e interno a me. Come ho già detto a Paola non si vorrebbe mai andar via (da casa tua) e di fatto un po' penso che succede perchè gli echi che i nostri discorsi lasciano in noi fanno si che restiamo un po' nella stessa casa...nella quale andiamo aprendo sempre più finestre!Con questa immagine ti lascio e ringrazio chi ha fatto in modo che io potessi incontrarti in un periodo della mia vita dove quasi tutto avevo rimesso in gioco. Con affetto e stima.Sabrina.

claudio ha detto...

Carissimo Boris
ti avevo scritto per email e non avendo una risposta ti riscrivo sul blog

sono Claudio , un tirocinante del corso di musicoterapia del secondo anno. Sono venuto a trovarti sabato 2 luglio con altri tirocinanti. Sono rimasto contento di aver sentito il tuo pensiero e la tua onestà e semplicità nell'esporlo.
Parli di rivoluzione, la vera rivoluzione nelle scuole è quella di ascoltare e seguire la strada di ciò che si ascolta, anzichè giudicare, bocciare, escludere, non vedere. Chiaramente, come tu affermi, in una composizione sociale come quella di oggi è più normale preparare le persone ad uno scontro, che eclude le diversità, non siamo preparati al diverso. La vera rivoluzione è seguire la persona che ci è vicino e che ci dice che 1+1 non fa quello che noi ci aspettiamo e capire qual è la strada che l'altro ha intrapreso. Chissà, forse questa strada ci farebbe capire, insegnerebbe delle cose anche a noi?
Io insegno musica in piccole scuole private e continuamente, continuamente, mi scontro con altri insegnanti che giudicano e che istigano alla competizione.
Sono diversi anni che penso a quanto sia importante tutto ciò, e quanto potrebbe cambiare la nostra qualità di vita.
Le prime persone di cui ho letto su questo nuovo approccio e sentimento sono:
Gianni Rodari, "Grammatica della fantasia"
Don Milani, "Lettera ad una professoressa"
Daniel Pennac, "Diario di scuola"
Sono rimasto molto colpito nel sentirlo anche da te, questa forte impellenza ad uscire da schemi inutili o solamente utili per distruggerci.
Chiaramente non si può essere da soli e nel nostro corso con Angelo, Eva e Alberto fortunatamente questa aria si respira.

Ti mando un fortissimo abbraccio .... e ti verrò a trovare

Ciao, Claudio