lunedì 18 luglio 2011

La sestina risolutiva dell'autoreferenza (iv)


[144] L'autoreferenza –una proposizione che dica di sé stessa per esempio "Io sono vera"– rasenta l'insignificanza. Nel caso infatti che chi la pronuncia mentisse, diverrebbe “Io sono falsa”, proposizione notoriamente indecidibile (provate a darle il valore vero, allora sarebbe falsa, oppure il valore falso, allora sarebbe vera). Ma, se è indecidibile la falsità di una proposizione, mi sembra perlomeno strano che sia decidibile la sua verità.

Siccome molte migliaia di cervelli pensanti certo meglio di me non hanno trovato nulla da eccepire all’indecidibilità del famoso paradosso di Epimenide cretese (“Tutti i Cretesi sono bugiardi”, sintetizzabile in “Io mento”) ritengo logicamente infondata la mia obiezione. Resto comunque in attesa che mi venga chiarita la sua infondatezza. Il mio sospetto è che, come per dimostrare l’indecidibilità della proposizione autoreferente “Questa frase è falsa” è stato necessario sfaldare su due piani la sua semanticità (il suo significato), così per dimostrare l’indecidibilità della proposizione “Questa frase è vera” è necessario un ulteriore sfaldamento.

2 commenti:

GIO - PRONTO AL PEGGIO ha detto...

non è vero

Boris Porena ha detto...

Può darsi che non sia neanche falso.

Comunque, riferiamo una scritta trovata anni addietro in un'aula sgangherata all'EUR:

"Vietato rigorosamente fumare.
In caso contrario, vi preghiamo di utilizzare il portacenere".

Al che venne immediatamente aggiunto:

"O almeno buttate le cicche per terra".