venerdì 29 luglio 2011

Una cinquina teologale (iii)

Cristo tenuto da uomini seminudi (1940-1941) – Marsden Hartley, 1877 - 1943
[152]
Alcuni anni fa ho costruito, a mio uso e consumo, un'interpretazione 'aberrante' della figura di Cristo, interpretazione cui non attribuisco alcun valore di verità, che tuttavia ritengo 'possibile' al pari di altre, più accreditate. L’ho esposta più volte, non ricordo dove; eccone comunque una versione sintetica.

Il Dio della Bibbia, Jehova, aveva ormai passato il segno: crudele, giustiziere, vendicativo, corruttibile, la gente ne aveva abbastanza. Ma non sapeva come liberarsene. Per salvare il suo popolo e tutta l’umanità un giovane palestinese ebbe un’idea: se avesse potuto dimostrare di essere figlio ed erede di Jehova e gli stessi uomini avessero eliminato, sarebbero divenuti liberi e autonomi. Organizzò quindi il proprio sacrificio e vi si sottopose di propria volontà. Solo che gli uomini non capirono e resero vano il suo gesto facendo di lui il nuovo Dio. Gesù, intelligentemente aveva visto un problema semantico là dove i suoi contemporanei vedevano un problema ontologico, anzi teologico. E così la pesante eredità biblica, anziché essere eliminata, ricadde tutta intera sulle vittime.

Nessun commento: