giovedì 16 settembre 2010

NO all’inquinamento nelle sue varie forme


Credo che la nostra specie sia l’unica cui si possa attribuire l’effettiva responsabilità di ‘inquinare’. E la ragione è ancora una volta il tempo. Non che manchino altri agenti capaci di inquinamento. Per centinaia di milioni di anni l’anidride carbonica prodotta dai vulcani è stata di ostacolo allo sviluppo della vita. Poi questa ‘inventò’ la pianta che dall’anidride carbonica liberò l’ossigeno, dopodiché fu questo a ‘inquinare’ l’atmosfera finché gli animali non impararono a servirsene.

Una grotta potremmo dirla ‘inquinata’ dal guano dei pipistrelli o una latrina dagli escrementi umani. Ma sappiamo benissimo che gli escrementi non inquinano fin quando altri organismi non se ne servono, e le cose sono fatte in modo che questo accade sempre, a meno che non intervenga l’uomo a scompigliarle. E come mai sono fatte così? Per provvidenza divina?

No, per l’azione modellante del tempo: centinaia, migliaia, milioni di anni. Troppi per l’impazienza umana. E così materiali che avrebbero avuto bisogno di tempi analoghi per essere riequilibrati dai naturali processi di trasformazione, eccoli diventare agenti inquinanti. Per l’aria, l’acqua, il suolo. E i viventi non hanno più il tempo per adattarsi alla nuova composizione dell’ambiente. E cominciano a estinguersi. Non è la prima delle estinzioni di massa sul nostro pianeta. La vita però è stata in grado ogni volta di ricominciare da capo. Ma con altre specie. Forse ce la farà anche questa volta. Dubito tuttavia che commetta lo stesso errore: di produrre una specie tanto stolta da distruggere sé stessa ovvero la vita da cui ha preso origine.

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