lunedì 20 settembre 2010

NO al prepotere culturale, politico, religioso


Quanto e forse più degli individui intere popolazioni, addirittura culture –non è facile distinguere ‘popolazione’ da ‘cultura’– hanno dominato su altre, vuoi per numero, vuoi per armamenti, o ancora per la ricchezza dei loro territori.

E questo dominio raramente si è esercitato in forme assimilative –come nel caso di Roma e della Grecia– per lo più manifestandosi come violenza distruttrice –come quando gli Europei sbarcarono nelle Americhe–. Per secoli è sembrato ovvio che il più forte annientasse il più debole. Si pensava che fosse una ‘legge di natura’, osservabile anche negli animali e nelle piante. Oggi però vediamo più in pericolo il lupo dell’agnello e, anche senza l’intervento dell’uomo, l’enorme dinosauro soccombente al minuscolo mammifero di allora.

Ma la lotta e la prepotenza umana non sono analoghe al darwiniano struggle for life che regola l’equilibrio tra specie diverse. Nella monospecie homo sapiens è proprio l’equilibrio interno alla specie a essere messo in forse dall’insorgere di nuove, artificiose differenze, appunto culturali, politiche, religiose.

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