domenica 5 settembre 2010

NO alla violenza


È una generalizzazione dei postini precedenti o quelli non sono che una specificazione di questo.

Una tigre sgozza un’antilope. È violenza questa?

Un uomo sgozza un suo simile. È violenza questa?

Molti risponderebbero sì in entrambi i casi anche giustificando la tigre, che
- ‘deve pure mangiare’,
- ‘uccide specie diverse dalla sua, come noi che per mangiare uccidiamo un pollo’.

Per l’uomo non varrebbe comunque questa giustificazione; anche perché non siamo usi mangiare i nostri simili. E se lo facessimo?

E la tigre maschio, quando uccide i piccoli non suoi per accoppiarsi con la loro madre; è violenza o no?
- ‘È violenza giustificata dall’istinto riproduttivo. Si tratta pur sempre di animali!’

Per altri l’unico capace di vera violenza sarebbe l’uomo, perché provvisto di ‘coscienza’. E la coscienza ci permetterebbe di uccidere il ‘nemico’ in guerra, il ‘colpevole’ anche in pace e qualsiasi altro animale per solo diletto! Dove comincia, dove finisce, anche per l’uomo la violenza?

Come si fa ad opporle il nostro rifiuto se neppure sappiamo che cos’è?

La ‘natura’ non può in alcun modo venirci incontro nel rispondere a questa domanda. Dobbiamo sbrigarcela da soli con o senza l’aiuto della nostra coscienza, essa pure troppo incerta e contraddittoria per essere affidabile. C’è però la ‘morale’, ci sono le ‘leggi’, c’è la ‘cultura’ che ci informano su cosa s’abbia da intendere per ‘violenza’ e sui suoi limiti di tollerabilità.

Quindi il NO alla violenza, come del resto la violenza stessa, sono qualcosa di specificamente umano che sta a noi, al nostro ‘libero arbitrio’, riconoscere o disconoscere.

Credo che l’attuale situazione –che la nostra coscienza non meno della nostra ‘animalità’ hanno contribuito a creare– richieda decisamente questo NO a difesa nostra e della vita che ci circonda. Se l’animalità non è sufficiente e neppure la coscienza lo è, rivolgiamoci alla pura e semplice ragione: se ammettiamo la violenza, siamo spacciati. Ma è possibile un’opposizione non violenta? Sta alla cultura inventarla.

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