[Mi si rimprovererà certamente, in
relazione a quanto appena detto, di aver giocato in casa, pertanto in
situazione protetta. Credo però che questo sia normale ogni qualvolta si vuole
difendere una posizione. Ed è ovvio che, qui come altrove, il mio progetto è di
difendere IMC. Sono anche ben disposto verso chiunque la voglia confutare. Solo
che non credo sia probabile che qualcuno voglia farlo: Ciò può significare due
cose:
1)
che IMC è inoppugnabile,
2)
che non metta conto neppure provarci.
A voi la scelta!]
[Dialogante 2] Quanto alla tratta tra democrazia rappresentativa e
democrazia partecipativa, sono d’accordo nel ritenerla di difficile attuazione.
In un certo senso la vicinanza della democrazia partecipativa al comunismo è
maggiore di quella tra le due forme di democrazia, il ché contrasta più che
favorisce la costruzione di un ponte tra le due.
[Dialogante 1] Del resto i
ponti sono tanto più necessari quanto più profondi sono i baratri su cui
vengono gettati.
[Dialogante 2] Ne concludi
che è di maggior importanza un ponte costruito tra un regime socialista e una
democrazia di tipo occidentale che uno tra due regimi similari?
[Dialogante 1] Non pare di
‘importanza’. Tutte le tratte sono importanti. Parlo delle difficoltà di
attuazione. E queste mi sembrano oggi minori che quando c’è di mezzo la
concorrenza intraspecifica.
[Dialogante 2] Un tempo
forse non era così, e il simile preferiva accordarsi con il simile anziché
rischiare l’incognita dell’estraneità.
[Dialogante 1] Oggi il
diverso fa certo meno paura, mentre cominciamo a intravedere i pericoli che si
nascondono dietro l’affinità.
[Dialogante 2] Forse per
questo abbiamo messo le mani avanti con l’Unione Europea.
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