[Dialogante
2] … forse anche molto di più che non appaia
da queste poche parole. Quelli infatti che abbiamo chiamati ‘linguaggi’ sono
essi stessi strutture pluristratificate ulteriormente scomponibili
probabilmente senza un termine ultime come lo è la realtà e lo sono tutte le
sue immagini, siano o no linguistiche.
[Dialogante
1] Ecco, mi sembra che qualcosa di non del
tutto ovvia siamo riusciti finalmente a dirla.
[Dialogante
2] E sarebbe?
[Dialogante
1] Che la comunicazione non si contenta di
un solo linguaggio, ma ne accorpa parecchi in una sola espressione.
[Dialogante
2] A dire il vero, è una cosa che abbiamo
costatato in un caso solo, quello della IX Sinfonia di Beethoven e nessuno ci
autorizza a generalizzare.
[Dialogante
1] … l’istinto ci dice che considerazioni del
genere le faremmo per qualsiasi musica, addirittura per qualsiasi espressione
non necessariamente artistica.
[Dialogante
2] Siamo nuovamente prossimi all’ovvietà:
essendo noi esseri complessi e tali restando pure nelle nostre esigenze
comunicative, è naturale che anche i prodotti che soddisfano questa esigenza
abbiano lo stesso grado di complessità.
[Dialogante
1] Ma chi ti dice che noi e i nostri
prodotti comunicazionali siamo di complessità infinita?
[Dialogante
2] Non potrebbe essere diversamente: perché, chi dovrebbe porre un limite
alla loro complessità?
Nessun commento:
Posta un commento