giovedì 17 aprile 2014

Tratta VIII.4 – Significatività 'metaforica'



[D’abitudine non rileggo ciò che ho appena scritto. Se mi capita è quando non lo ricordo o sono molto incerto sul suo contenuto. È il caso di ieri, ed effettivamente ho riscontrato un pensiero confuso, adirezionale. Provo sempre maggior difficoltà a controllare la mia scrittura, sia nella manualità (eccessiva piccolezza), sia nel pensiero che dovrebbe comunicare. Forse la cosa potrebbe essere ancora corretta in corso d’opera (tra poco credo che sarà impossibile), ma, mi domando, a quale scopo? Penso che ciò che avevo da dire l’ho detto e ridetto molte volte. Se qualcosa di non detto è rimasto, è proprio la mia crescente incapacità di ragionare coerentemente e con precisione. È un’esperienza negativa che tuttavia merita di essere fatta nella maggior consapevolezza possibile e forse anche di essere documentata nel suo farsi. Questo perché è tra le ultime nostre esperienze e vale la pena affrontarla con cognizione di causa.]

[Dialogante 2]  Ti confesso che la parola ‘ponte’* non mi piace perché molto usurata nei contesti metaforici e per ciò stesso, poco significativa.
[Dialogante 1]  La significatività ‘metaforica’ di una parola dipende infatti da più fattori non necessariamente in sintonia:
  la parola deve essere di uso normale fuori di metafora;
  l’immagine evocata dal suo uso normale deve accordarsi intuitivamente con quello metaforico
  l’uso metaforico deve essere abbastanza estraniato da quello consueto da stimolare ancora la reattività linguistica del destinatario;
  è bene tuttavia che questa estraneità non superi una certa soglia per non disturbare il destinatario dal significato intenzionato.
[Dialogante 2]  Nel nostro caso la parola ‘ponte’ risponde anche troppo bene a questi requisiti. tanto da infastidire per la sua banalità.

* In origine queste tratte si chiamavano ponti e l’indecisione su quale fosse il termine adatto è durata parecchi mesi.

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