giovedì 13 ottobre 2011

... la liberazione da un gravoso impegno imposto

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Spesso mi meraviglio di quanto poco mi sia costata la chiusura della mia attività di compositore. Mi domando se in sessanta anni e più non si fosse radicata in me, tanto da doverla estirpare con la forza, mentre invece si è dissolta senza neppure lasciare un rimpianto, anzi quasi come la liberazione da un gravoso impegno imposto. Eppure l’avevo intrapreso per scelta e sempre dichiarato che fosse un piacere, un divertimento privato, visto che nessuno me la richiedeva né ne prendeva notizia. Evidentemente questo piacere era controbilanciato da una fatica, di cui non tanto il corpo quanto la mente provava le conseguenze. C’era poi il secondo impegno, da molti anni sempre più pressante e ormai in grado di prendere definitivamente il posto dell’altro, anche nella sua componente ludica. Ora che è rimasto solo, e lui che comincia ad affaticarmi come prima la composizione. Perfino questi postini, anziché scorrere spontanei e senza difficoltà come mi ero immaginato, sono una quotidiana preoccupazione, alla quale non saprei peraltro rinunciare, come un tempo non rinunciavo alla giornaliera paginetta di musica.

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