domenica 30 novembre 2008

Una strada nuova

Fare un blog è intraprendere una strada nuova, nella quale ci sono pochi riferimenti. Serve l'intuito, il buon senso, la voglia di fare, anche sapendo che si sbaglierà ... e sono assolutamente preziosi i contributi degli amici.

Ci scrive ancora una volta, offrendoci il suo sostegno, Claude Cazalé-Bérard.
Caro Boris, cara Paola,

vi scrivo di nuovo prima di collegarmi col blog sempre più attivo, sono impressionata dal ritmo e dall'impegno dei corrispondenti! E' veramente straordinario: il ché prova quanto questa impresa molto coinvolgente fosse necessaria! [...] sono sempre più convinta dell'importanza di questo nuovo mezzo di comunicazione che ci ha fatto veramente entrare in un villaggio globale dove sono abolite le distanze, e dove si può viaggiare nel tempo, addirittura recuperando fette intere del passato, perché quella potentissima memoria assorbe e conserva tutto! Fino a quando, non si sa?

Ma comunque è prodigioso poter rivedere e ascoltare un'
intervista video registrata trent'anni fa ... come mi è successo questa settimana per preparare una conferenza che farò a Padova (18 dicembre): si tratta di un prete, Jacques Leclercq, che conobbi molti anni fa, assolutamente fuori norma e se si può dire addirittura "anticlericale", missionario non solo in Africa, ma a Parigi tra i carcerati e le prostitute, autore di due libri splendidi.

Appunto presenterò quello che due mie amiche
padovane hanno tradotto, con il mio aiuto, "Le jour de l'Homme" (1975): è un libro "profetico", nel quale Père Leclercq denuncia, già allora, la deriva violenta e consumistica del mondo, le guerre imperialistiche (allora il Vietnam, ora l'Irak!), lo sfruttamenti dei paesi in via di ... "sottosviluppo", l'emarginazione sempre più grave dei poveri e derelitti (muoiono di freddo e di stenti ogni giorno a Parigi degli SDF, ossia dei barboni, o magari gente che lavora ma non ha una casa!), il massacro degli innocenti, lo scempio del pianeta!


Il fatto che
Leclercq fossse amico di Don Helder Camara, di marxisti come Garaudy (prima che si convertisse all'Islam e diventasse purtroppo revisionista), di Francis Jeanson, un comunista francese a favore dell'Algeria e della sua indipendenza ... la dice lunga!!! [...]

[...] ho seguito grazie ai
messaggi e in particolare a quelli di Boris, i progressi della sua rivoluzione digitale!

Carissimi siete sempre nel mio pensiero!
Vi
abbraccio affettuosamente
Claude


Grazie Claude! Ti abbracciamo anche noi!

sabato 29 novembre 2008

Sfacelo


(Nell'immagine: terre devastate da incendi dolosi in Kalimantan, Borneo, 2006)

Stamane stavamo analizzando con Boris alcune delle sue Passioni del "secondo Boris" (quello dopo la Grande Pausa del ventennio 1968-1988).

E nella Passio mundana del 2000 (catalogo CBP-IIa:6, secondo Patrizia Conti), ci troviamo musicata la poesia di G. Trakl intitolata Verfall (Sfacelo).

Eccola in traduzione di Ida Cappelli, prima moglie di Boris (Giulio Einaudi Editore, Torino 1979, pag. 32):
A sera, quando suonano pace le campane,
Seguo i voli meravigliosi degli uccelli
Che in lunghe schiere, devoti pellegrini,
Dileguano nel chiaro, vasto autunno.

Vagando nel giardino denso d'ombre
Sogno le loro sorti più radiose
E sento appena scorrere le ore
Sopra le nubi seguo il loro corso.

Ma un alito mi fa tremare di sfacelo.
Il merlo geme tra i rami spogli.
Rossa ondeggia la vita su grate rugginose,

E, funebre ridda di fanciulli esangui
Su bordi di fontana cupi e sfatti,
Tremano chini al vento azzurri astri.
Linguaggio che ha affascinato Boris -per il quale Trakl, un po' come Cristo, si carica di tutto il dolore del mondo- e lo ha spinto a musicare le sue poesie in numerose occasioni.

Che abbia qualche rilevanza ecologica nel mondo contemporaneo?

giovedì 27 novembre 2008

Boris parla di Musica-Società (seconda parte)

Continua la chiaccherata con Alessandro e Fernando sul testo del 1975 Musica-Società (la prima parte della conversazione è stata pubblicata recentemente).

La conversazione si sposta sul vecchio P.C.I. italiano, sulle quasi profetiche frasi come la n°113 che 'prevedono' di fatto lo sviluppo della sinistra italiana.



Si parla della nascita dell'Ipotesi Metaculturale e più in generale si cerca di capire meglio un epoca di passaggio della vita di Boris e, in realtà, dell'intera società.

Che ne pensate del tanto citato 'farfugliamento'?

(durante la discussione si fa riferimento al mondo musicale, più in particolare ai primi tentativi avvenuti tra l'Ottocento e il Novecento di rinnovare il linguaggio musicale superando il sistema tonale ... qui potrete trovare informazioni: Storia della Musica -Wikipedia-).

martedì 25 novembre 2008

Robert F. Kennedy, 18 Marzo 1968

Continuiamo la nostra ricerca di legami e affinità tra personaggi storici, pensatori, movimenti e le tematiche affrontate in questo Blog. Dopo il post di qualche giorno fa sull'attualissima "Politica dell'austerità" di Enrico Berlinguer pubblichiamo oggi l'ormai famoso discorso tenuto da R. F. Kennedy nel lontano '68.
Cosa misura il prodotto interno lordo P.I.L.?



"E' evidente che troppo, e da troppo tempo abbiamo sacrificato le qualità personali e i valori della comunità al solo fine di accumulare sempre piu' beni materiali.

Il nostro prodotto interno lordo ora è stimato in 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel prodotto interno lordo se valutiamo gli Stati Uniti d'America in base ad esso ... ebbene quel prodotto interno lordo comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per ripulire le nostre autostrade dalle carneficine. Comprende anche le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende l'abbattimento delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos urbanistico. Tiene conto della produzione di napalm e di missili a testata nucleare e di mezzi corazzati che la polizia usa per sedare le sommosse nelle nostre città. Comprende i fucili e i coltelli usati da assassini, e i programmi televisivi che inneggiano alla violenza per vendere giocattoli ai nostri figli. Il PIL non tiene conto della salute dei nostri bambini, della qualità della loro educazione e della felicità dei loro giochi. Non considera la bellezza della nostra poesia o la solidità dei legami familiari o l'intelligenza delle nostre discussioni pubbliche sull'onestà dei nostri rappresentanti. Non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione nè la devozione al nostro paese. In breve tiene conto di tutto tranne di ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. E può dirci tutto sull'America, tranne perchè sentirci fieri di sentirci Americani."

(Discorso di Robert Kennedy, 18 marzo 1968, Università del Kansas)

lunedì 24 novembre 2008

Metaparola 'Consumo - Consumismo'

Il nostro appuntamento del lunedì viene mantenuto con tenacia.

Questa settimana Boris ci legge la metaparola: 'Consumo-Consumismo' tratta dal suo libro Metaparole.

Metaparola 'Consumo - Consumismo':



Segue alla lettura del testo una discussione con Fernando ed Alessandro.

Ogni ragionamento o posizione è lecita e valida a patto che questa venga messa in circolo nel gruppo. Sono pertanto sconsigliati arroccamenti e prese di posizione stile 'mulo con paraocchi'.

Come sempre sono tutti invitati a dare il proprio contributo ...

venerdì 21 novembre 2008

Boris parla di Musica-Società (prima parte)

Boris parla con Fernando ed Alessandro del libro Musica-Società proprio ieri ripresentato su questo Blog in versione interamente digitale.

Questa è la prima parte: Boris rilegge alcune frasi, le commenta raccontandoci cosa lo ha portato a scrivere questo libro agli inizi degli anni '70.



Seguirà la seconda parte tra qualche giorno...

giovedì 20 novembre 2008

Musica-Società cavalca di nuovo!

Oggi si è conclusa con successo la prima tappa del progetto di riedizione elettronica di Musica-Società (Inquisizioni Musicali II, 1975), una delle opere più significative di Boris Porena, e sicuramente quella che ha avuto maggior influenza. Purtroppo l’edizione originale della casa Einaudi, ovvero sia il libretto viola di Porena, si trovava fuori stampa da tempo immemore.


Per mettere di nuovo il testo a disposizione di tutti i lettori interessati, l’Associazione formatasi per la tutela dell’opera poreniana ha deciso la sua riedizione elettronica in formatto di libero accesso, naturalmente col consenso dell’autore. Donde codesto lieto annuncio: in questo momento il corpo principale dell’opera è completo, dal numero* 1 fino al 339. L’edizione dei singoli numeri include il riferimento, tramite “etichette”, alle diferenti Sezioni nelle quali vengono raggrupate i numeri; inoltre, sono stati aggiunti links enciclopedici per apportare informazioni su autori, correnti, termini specializzati ecc.

Dovranno essere ancora pubblicate le Appendici che completano l’opera. Succesivamente si aggiungeranno indici analitici (anche se la funzione “cerca nel blog”, in alto a sinistra sulla barra strumenti, permette già di trovare tutti i numeri nei quali si fa riferimento ad un termine concreto) e altri strumenti che arrichiscono il testo, permettendo un lavoro più mirato.

Buona lettura a tutti; da voi dipende il successo di questa ‘seconda vita’ di questo importante testo.

*numero: unità numerate consecutivamente nelle quali l’autore aveva ben voluto suddividere il testo originale; la loro estensione spazia dall’aforismo fino al piccolo saggio

lunedì 17 novembre 2008

Del vuoto - Paolo e Francesca

Terzo ed ultimo appuntamento con i nostri amici Paolo e Francesca.
I due continuano a discutere: erano partiti parlando di fisica per poi discutere addirittura della materia ...
Non c'è che dire P. ed F. sono molto curiosi.
Questa volta è il vuoto ad attirare la loro attenzione, sentiamo che dicono:

Dialogo fittizio 'Del vuoto - Paolo e Francesca'
(Dialogo terzo)



'...se una scatola è vuota cosa c'è dentro?' - 'Niente!'
'...quindi il vuoto è uguale al niente, non c'è!'

...non mi è chiaro ma se il vuoto c'è vuol dire che è qualcosa...'

Insomma che cos'è il vuoto? Come lo percepiamo e lo definiamo?

giovedì 13 novembre 2008

“La politica dell’austerità”


A Boris è capitato ultimamente di ricordare un discorso tenuto da Enrico Berlinguer verso la fine degli anni ’70. Siamo andati a ricercare quel discorso e abbiamo deciso di proporne alcune significative parti in questo blog.

Siamo rimasti molto colpiti infatti dall’attualità delle parole di Berlinguer che in effetti sembrano scritte oggi!

Ci sono delle sorprendenti affinità tra queste parole e alcuni temi che in questo blog è capitato di affrontare, non credete?

" ... L'austerità non è oggi un mero strumento di politica economica cui si debba ricorrere per superare una difficoltà temporanea, congiunturale, per poter consentire la ripresa e il ripristino dei vecchi meccanismi economici e sociali … Per noi l'austerità è il mezzo per contrastare alle radici e porre le basi del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale e di fondo, non congiunturale, di quel sistema i cui caratteri distintivi sono lo spreco e lo sperpero, l’esaltazione di particolarismi e dell'individualismo più sfrenati, del consumismo più dissennato.

L'austerità significa rigore, efficienza, serietà, e significa giustizia; cioè il contrario di tutto ciò che abbiamo conosciuto e pagato finora, e che ci ha portato alla crisi gravissima i cui guasti si accumulano da anni ...

… politica di austerità, di rigore, di guerra allo spreco è divenuta una necessità irrecusabile da parte di tutti ed è, al tempo stesso, la leva su cui premere per far avanzare la battaglia per trasformare la società nelle sue strutture e nelle sue idee di base.

Una politica di austerità non è una politica di tendenziale livellamento verso l'indigenza, né deve essere perseguita con lo scopo di garantire la semplice sopravvivenza di un sistema economico e sociale entrato in crisi. Una politica di austerità, invece, deve avere come scopo … quello di instaurare giustizia, efficienza, ordine, e, aggiungo, una moralità nuova.

Ecco perché diciamo che l'austerità è, si, una necessità, ma può essere anche un'occasione per rinnovare, per trasformare …

L'austerità per definizione comporta restrizioni di certe disponibilità a cui ci si è abituati, rinunce a certi vantaggi acquisiti: ma noi siamo convinti che non è detto affatto che la sostituzione di certe abitudini attuali con altre, più rigorose e non sperperatrici, conduca a un peggioramento della qualità e della umanità della vita. Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana. [...]

La politica di austerità quale è da noi intesa può essere fatta propria … in quanto essa può recidere alla base la possibilità di continuare a fondare lo sviluppo economico … su quel dissennato gonfiamento del solo consumo privato, che è fonte di parassitismi e di privilegi, e può invece condurre verso un assetto economico e sociale ispirato e guidato dai principi della massima produttività generale, della razionalità, del rigore, della giustizia, del godimento di beni autentici, quali sono la cultura, l'istruzione, la salute, un libero e sano rapporto con la natura. "

L'austerità come leva di sviluppo” dai discorsi di Enrico Berlinguer al Teatro Eliseo di Roma (1977) e al Teatro Lirico di Milano (1979)

(N.b.: I grassetti sono nostri)


1991 Rai Radio 3 'Antologia' - Intervista a Boris Porena:

Vi proponiamo un intervista con Boris Porena a cura di Emanuele Pappalardo Il pensiero musicale contemporaneo tra presente e memoria”. In questa ampia conversazione (55') trasmessa su Rai Radio3 nel 1991, Boris tratta diversi ricordi autobiografici.




Boris parla di se, racconta parte delle sue esperienze, della sua formazione di musicista, racconta parte del Novecento visto dai suoi occhi di compositore, di pensatore, di attivista ma non solo ... Emergono nella conversazione alcune delle figure musicali più importanti del secolo XX, come Goffredo Petrassi, Pierre Boulez, Luigi Nono, John Cage ...
Ci parla anche di alcuni suoi scritti essenziali come 'Musica-Società', 'Musica Prima' ...

Possiamo anche ascoltare dei suoi brani musicali come: Der Gott und die Bayadere, 'Musica per Orchestra N° 1' , il I tempo di 'Sonata quasi una parodia'...

Ringraziamo Emanuele Pappalardo per averci fornito questo interessante file-audio e Mirella Fulvi per aver realizzato il programma nel 1991.

mercoledì 12 novembre 2008

La costanza della ragione critica (CCB1)


Pierre Bourdieu (1930-2002), sociologo e intellettuale impegnato nella lotta contro i privilegi delle caste e del sapere, contro gli schematismi mentali, contro i sistemi di classificazione (le categorie essendo sempre derivazioni sociali contingenti e strumentali al potere), e contro il potere mediatico: era un pensatore critico, antidogmatico, interessato a storicizzare e relativizzare ogni situazione per comprenderne e chiarirne le cause e le conseguenze; egli intendeva, appunto con il ricorso alla ragione critica, distruggere i miti che ricoprono e celano l’esercizio del potere e ne perpetuano la dominazione sui corpi e sui comportamenti. Quello che forse di più prezioso egli c’insegna, tuttora, è l’ “ascolto attivo e metodico”, individuale e collettivo, solo accesso possibile e onesto alla “miseria del mondo”, da lui scandagliata e denunciata, quella di tutti gli emarginati. Pierre Bourdieu era consapevole dell’urgenza e della necessità di trasformare la società tramite l’impegno civile e democratico di tutti.
Claude Cazalé-Bérard
"
La costanza della ragione critica", nel N°4/5 di "Testo e Senso", 2001/2002.

Claude Cazalé-Bérard

Boris è molto felice di dare il benvenuto in queste pagine alla professoressa Claude Cazalé-Bérard, dell'Université de Paris X - Nanterre.

Claude è già visitatrice abituale di questo sito: ci ha scritto con motivo del Convegno Sachs, sul lunedì della Creazione, ha commentato sul presidente eletto degli Stati Uniti d'America ...

Ma d'or in avanti parteciperà con una rubrica regolare, sotto il promettente titolo di La costanza della ragione critica, dedicata ai 'personaggi di rottura'. Lasciamo a lei medesima la parola per presentarla:

Il progetto che questa rubrica si propone di attuare è di articolare ai temi che via via si affacciano sul Blog di Boris Porena, e quindi in una viva interazione, una serie di brevi ritratti o di "frammenti di pensiero", scelti tra uomini e donne, intellettuali e artisti, che hanno rappresentato un momento di rottura, e che hanno qualcosa da dirci per il "futuro", per la nostra “sopravvivenza”...: voci non sempre note, possibilmente "eretiche", anticonformistiche e fuori norma; voci rimaste a lungo ignote, rimosse o dimenticate da molti, nel passato e nel presente. Tutto ciò nella speranza di dare vita a quell’"intellettuale collettivo" auspicato da Pierre Bourdieu, per poter costruire insieme, attraverso il dialogo e il dibattito (meglio se contraddittorio), una "utopia concreta", per dirla con Ernst Bloch.

Ma non si tratta soltanto di richiamare figure illustri (questo è solo uno stimolo, un punto di partenza): anzi sarebbe bello oltre che utile raccogliere testimonianze dal quell’“uomo comune” (l’espressione non è spregiativa, anzi) - studiato da un altro pensatore atipico,
Michel de Certeau (1925-1986) – capace d’inventare nella “tattica” quotidiana come sottrarsi anche surrettiziamente allo sfruttamento, all’alienazione, alla violenza, alla propaganda, alla pubblicità, alla tirannia distruttrice dei media e del consumismo, voluti dal potere dominante, quale che sia: infatti, perfino gli indiani d’America, colonizzati dai Conquistadores - racconta de Certeau - riuscirono a salvaguardare, con astuta capacità di resistenza e una pratica solo apparente dei riti e dei costumi imposti dallo straniero, spazi di libertà e identità.


Un grande benvenuto, quindi, amica Claude!

martedì 11 novembre 2008

Boris risponde

Continua l'interesse di Boris verso i commenti che ci avete inviato. Questa volta ci riferiamo a quelli del post pubblicato il 3 Novembre 2008: 'Comunicare su questo Blog'.
Boris viene registrato mentre parla ad Alessandro (un collaboratore) che sta dall'altra parte della telecamera. Lo sguardo verso l'alto di Boris dipende da quello, non è avvenuta nessuna apparizione!

Si, un pò di simpatia ogni tanto non guasta ... ad ogni modo ecco il video:



'... Come mai siamo spesso inibiti quando si tratta di esporre quel che pensiamo? ...'

'... forse quello che frena è proprio il 'giudizio' interno\esterno che si ha paura di ricevere e che blocca. Poi, tanta pigrizia! ...'

'... il sistema scolastico, che ci abitua fin da bambini alla conformità; è bravo chi, rispondendo, ripete quello che la maestra ha detto alcuni giorni od ore prima. Questo schema si ripete poi in ogni situazione di autorità ...'
Che ne pensate?

lunedì 10 novembre 2008

Parabola: 'Una lampadina, una ciotola d'acqua' - Risposta a commenti

Boris è molto interessato ai commenti che state inviando numerosi su questo Blog. Qui riprende un commento lasciato sul post 'Qualcosa sulla scuola' del 31 Ottobre 2008.
Inoltre Boris ci legge una delle sue più recenti Parabole: 'Una lampadina, una ciotola d'acqua' tratta dall'omonimo libro Parabole.
Continuate ad intervenire.



'A mio modo di vedere i ragazzi oggi dimostrano familiarità coi concetti di effetto serra, buco nell'ozono, inquinamento, CO2 eccetera. A volte mi sono sorpreso di tutti i particolari di cui sono a conoscenza'.

'Tuttavia questo castello crolla non appena si provi a collegare tra loro le varie nozioni, ad aprire simultaneamente più di un "cassetto" mentale, per cui non è chiaro cosa c'entra la mia consolle all'ultimo grido con il riscaldamento globale, che c'entra il mio rubinetto che perde con l'acqua che è un bene finito, che c'entrano i termosifoni accesi e le finestre aperte nella mia scuola con l'inquinamento, il petrolio con l'approvvigionamento e la distribuzione del cibo ... Sfugge il collegamento tra le cose ...'

venerdì 7 novembre 2008

Barack H. Obama



Non sono americano e fino ad oggi neppure eccessivamente simpatizzante per il modello di democrazia che gli Stati Uniti ci hanno proposto o quasi imposto negli anni passati; non sono nero di pelle, anzi fin troppo bianco, né lo è mia moglie, bianchissima anch’essa;
non amo il jazz o la musica afro-americana e neanche il country, per quanto come musicista, non posso ignorarne le qualità e l’importanza culturale; non sono un buon conoscitore della letteratura americana nè tanto meno della storia di quel grande paese;
del cinema americano amo soprattutto i film polizieschi non più lunghi di un’ora;
non sopporto il rugby, il baseball, il pop-corn, le parate, le majorettes e molte altre cose che ci legano all’America … : ma allora perché?

Può essere l’illusione di un momento, l’urlo per un goal ben assestato … o, per me, la buona riuscita di questo mio personale commento.
Può anche essere l’inizio di una nuova era dell’umanità, un’era nella quale l’essere diverso valga quanto l’essere uguale, la povertà sia vista come un’ingiustizia non come una disgrazia, il ricorso alla violenza in tutte le sue forma venga considerato un sintomo di stupidità;
al merito vadano i riconoscimenti non i benefici, la cultura non sia patrimonio ma elemento strutturante della società;
l’individuo sappia estendere la sua egoità alla società, alla specie animale cui appartiene e, al di là di questo, all’intera biosfera;
la libertà deponga la sua veste ideologica per assumere quella che le circostanze richiedono.

Naturalmente sarebbe insensato pretendere da Obama la realizzazione di un programma del genere, che inoltre potrebbe non essere affatto condiviso. Obama farà quello che vorrà o potrà fare. Forse l’entusiasmo si acquieterà tra non molti giorni. Resta il fatto che, almeno per qualche tempo, Obama è stato per molti di noi, come lui stesso ha detto, una speranza.
Speranza di sopravvivenza. Resa particolarmente viva perché a proporcela è la nazione che più di ogni altra ha il potere di annientare in un istante sia l’una che l’altra.
Obama, in te l’America ha l’occasione di dimostrarsi veramente grande: un augurio per noi tutti.

giovedì 6 novembre 2008

Che cos'è la materia? - Paolo e Francesca

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei dialoghi fittizi scritti da Boris ... la settimana scorsa avevamo già ascoltato Paolo e Francesca. I due dialogavano cercando di capire che cosa fosse la fisica.

Beh, questo è il seguito, i due curiosi ora si chiedono cos'è la materia!

(Settimana prossima il terzo ...)

Dialogo Fittizio 'Che cos'è la materia? - Paolo e Francesca'
(Dialogo secondo)




Questa è la seconda parte di un dialogo in tre sezioni di argomento scientifico: Paolo (nella voce di Boris Porena) e Francesca (nella voce di Fernando) .


P.s. Abbiamo ricevuto tre commenti piuttosto interessanti nell'appuntamento di settimana scorsa, finalmente qualcuno ha iniziato ad interagire ... continuate, fa bene!

Wikibontà wikiloro ...

Brivido di emozione culturale, troppo culturale: la Wikipedia italiana ha deciso di mantenere il corrispondente articolo enciclopedico su Boris Porena.

Infatti, anche una iniziativa senz'altro lodevole di sapere partecipato come è la Wikipedia (d'altronde frequentemente citata dalle pagine di questo blog) si trova sottoposta a notevoli rigidità.

Si è sviluppata una discussione interna al gruppo di amministratori dove è stata proposta addirittura la cancellazione della voce. Fortunatamente la corrispondente votazione l'ha salvata -per ora-. Tra altre modifiche imposte, la menzione dell'Ipotesis Metaculturale è stata declassata da un paragrafo ad una nota in calce.

Evidentemente questi bravi amministratori non stanno leggendo a Rees e von Weizsäcker ...

Per quando invece una bella iniziativa di pensare partecipato?

mercoledì 5 novembre 2008

Sopravvivenza

Nell'ultimo numero di Europe World, tra altri, un argomento caro a Boris Porena: la sopravvivenza (evidenziato in copertina).



Argomento trattato da ben due articoli:
  • l'uno del prestigioso astrofisico britannico Martin Rees, classe 1942, "Perché la fine del mondo potrebbe essere vicina" (in inglese e francese),
  • l'altro di Ernst von Weizsäcker (1), classe 1939, ex-presidente del Comitato di Ambiente del Parlamento tedesco, "La produttività energetica deciderà il destino della Terra" (in inglese e in francese)
Ci colpisce che una rivista di studi politici assolutamente mainstream faccia propria la preoccupazione centrale alla quale cerca di dare risposta l'Ipotesi Metaculturale, la quale si presenta appunto come "un'ipotesi per la sopravvivenza".

La situazione è seria. In tanti, politici ed intellettuali compresi, negano caparbiamente questa criticità. Ma diventa indispensabile agire ...


(1) Figlio del fisico, filosofo e pacifista Carl Friedrich von Weizsäcker e nipote del presidente della Repubblica Federale Tedesca Richard von Weizsäcker.

martedì 4 novembre 2008

Il lunedì della Creazione

L'amica Claude Cazalé Bérnard, che poco tempo fa ci aveva scritto, ci contatta di nuovo.

3 Novembre 2008

[...] Accolgo molto volentieri l'invito a collaborare. L'appuntamento del lunedì è particolarmente stimolante in quanto consente di stabilire un contatto chiamato ad approfondirsi e ad arricchirsi, settimana dopo settimana, grazie al carattere interattivo del mezzo di comunicazione: è interagendo che si può allargare la propria visuale, che si può sviluppare la propria capacità d'ascolto e crescere insieme agli altri.

La scelta del lunedi mi ricorda un pensiero di Elsa Morante

"La prima condizione di ogni poesia è proprio questa: di saper guardare il mondo col medesimo interesse con cui lo guarderebbe la prima coscienza umana al primo, drammatico Lunedì della Creazione. Per restituire al tempo, continuamente, lo splendore originario delle cose, in luogo delle apparenze logorate dall'abitudine"

(Prefazione per il catalogo della mostra di Bice Brichetto, 1965) [...]

Grazie e benvenuta, Claude!

lunedì 3 novembre 2008

Comunicare su questo Blog

Boris Porena parla qui a tutti i visitanti, spiegando che funzione vorrebbe avere questo mezzo di comunicazione.

Ci servono certo i vostri commenti, formali o informali che siano, in quanto partecipazione attiva in questo 'punto di incontro' nato poche settimane fa: il Blog di Boris Porena.