lunedì 29 giugno 2009

Parabola - 'Libero arbitrio'

Questo Lunedi una parabola: 'Libero arbitrio'.

venerdì 19 giugno 2009

Home:

Proponiamo questo trailer del film 'HOME' di Yann Arthus-Bertrand. Per visualizzare tutto il video clicca qui.



' We are living in exceptional times. Scientists tell us that we have 10 years to change the way we live, avert the depletion of natural resources and the catastrophic evolution of the Earth's climate. The stakes are high for us and our children. Everyone should take part in the effort, and HOME has been conceived to take a message of mobilization out to every human being. For this purpose, HOME needs to be free. A patron, the PPR Group, made this possible. EuropaCorp, the distributor, also pledged not to make any profit because Home is a non-profit film. HOME has been made for you : share it! And act for the planet.
'

Yann Arthus-Bertrand, GoodPlanet Fundation President

giovedì 11 giugno 2009

Metaparola - Dubbio

Quest'oggi proponiamo un video. Boris ci legge una delle sue Metaparole tratte dall'omonimo libro.

Metaparola - ' Dubbio ':



Vi sono venuti dubbi?

domenica 7 giugno 2009

Il Cairo - Egitto, 4 Giugno 2009 - Discorso di Obama

Salve a tutti, abbiamo pensato di proporre il discorso tenuto a Il Cairo il 4 Giugno dal presidente degli USA Barack Obama.

Questo discorso per alcuni rimarrà nella storia, per altri rappresenta un ottimo esempio di retorica politica.

Noi lo riportiamo in versione integrale (sottotitolato in inglese) , chi fosse interessato può farsi un'idea propria in merito a questa vicenda e discuterla insieme.

venerdì 5 giugno 2009

Al Partito Democratico - una epistola politica


Da qualche tempo Boris sta lavorando ad alcune ‘ Epistole politiche ’, che un giorno o l’altro finiranno su questo Blog. Oggi vi proponiamo l’ultima parte di una queste epistole, indirizzata al Partito Democratico.

[... ... ...] Attualmente le forze politiche mirano tutte ad uscire dalla crisi con una ripresa della crescita economica, cioè con lo stesso modello che ci ha precipitato nella situazione attuale. Non è da escludere che una tale uscita sia ancora possibile illudendoci per qualche altro anno di avercela fatta.

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Sappiamo però benissimo che non potrà trattarsi che di una breve pausa in una discesa economica e culturale inarrestabile. Al di là di una irrazionale contestazione violenta, credo sia necessaria una tregua politica per gettare le basi comuni di un nuovo modello di convivenza sociale , di uso dell’ambiente, di ridistribuzione della ricchezza. Fino a pochi anni fa due modelli si contrapponevano, tra i quali una pluralità di sottomodelli era possibile. Oggi l’unico modello superstite crea in se stesso una finta opposizione, come si osserva da tempo negli Stati Uniti, in Europa e nei paesi emergenti. Come nell’America di ieri la differenza sostanziale tra democratici e repubblicani consisteva in chi deteneva il potere, così nell’Unione Europea di oggi le opposizione potrebbero scambiarsi i programmi con i governi in carica che poco o nulla cambierebbe nei rapporti con il terzo mondo, nelle politiche energetiche o nei piani educativi.
Sia il bipartitismo che la pluralità partitica non fanno che proporre delle varianti di superficie, ma il modello resta unico. Ed è un modello palesemente perdente. Lo è stato anche quello comunista, almeno nella veste ‘ reale ’ assunta con Stalin, ma la sua caduta ha lasciato in piedi l’altro, mentre quando anche questo cadrà, non resterà più nulla cui legare un’ipotesi di sopravvivenza. Il pericolo di una terza guerra mondiale, non più tra nazioni, ma di devastazione interna con la corsa a chi arriva prima agli arsenali atomici, non è solo fantascienza.
Non so se lo scenario qui tracciato sia realistico. Ma anche se fosse solo possibile, ritengo che vada comunque prevenuto. La crisi dello strapotere economico e culturale dell’occidente credo sia irreversibile. L’Asia ci sta già sopravanzando per molti aspetti. Anche il Sud America si è mosso. L’Africa ha intrapreso un’offensiva che non si limiterà certo agli sbarchi di disperati clandestini (cui noi stupidamente pensiamo di opporci con qualche cacciatorpediniere di riserva). Senza un piano mondiale di ristrutturazione economica e sociale non ce la caveremo. Ma per concepire un tale piano e regolarne l’attuazione occorre un cambio di mentalità, una ‘ mutazione culturale ’ che investa tutta intera la specie umana. E questa ‘ mutazione ’ dovrà salvaguardare la pluralità culturale delle società, dei modelli economici, dei credo religiosi, entro un unico metamodello metaculturale. Perché questo si formi nella mente di ogni cittadino è necessaria un’appropriata politica educativa. E voi, cari amici e compagni del Pd ci state pensando a questo genere di cose? Un saluto
B.
Cantalupo, 4-VI-2009

giovedì 4 giugno 2009

Albert Jacquard : «È iniziato Il conto alla rovescia?»


Nell’ultimo libro, lo scienziato francese noto specialista di genetica, conosciuto internazionalmente, s’impegna di nuovo (numerosi i suoi interventi pubblici, libri, articoli e pamphlets) nel mettere sotto accusa l’accelerazione suicidaria della crescita e dei consumi nelle società sviluppate del mondo. Egli contrappone recisamente al prevalere del tutto economico - alla produzione senza freni di beni materiali inevitabilmente limitati dall’esaurirsi delle risorse del pianeta - lo sviluppo della conoscenza, delle capacità razionali e relazionali, delle modalità di comunicazione e di cooperazione tra gruppi umani diversi e forme diverse di società, contro ogni forma di concorrenza o di competizione, di rivalità o di conflitto degli uni contro gli altri: soltanto lo sviluppo concepito come libera interazione tra individuo e collettività è realmente illimitato, almeno fintanto che sopravviva l’umanità.
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«La scuola è al servizio di coloro che si rivolgono ad essa perché essa li aiuti a diventare sé stessi, e non al servizio della società. Non è incaricata di fornirle esseri umani pronti ad venire usati a seconda dei suoi bisogni; [...] Il suo ruolo sta nel fornire, nel presente, a coloro che pensano di possedere una determinata vocazione i mezzi per ottenere le competenze necessarie.
Ben lungi dal partecipare al mantenimento degli equilibri sociali, il suo ruolo sta nel provocare le rimesse in discussione necessarie, nel fare in modo che la realtà umana sia sempre considerata con rispetto. Ripetiamolo, il cucciolo d’uomo quale è prodotto dalla natura è un individuo che, lungo il percorso della vita, diventerà una persona. Mero oggetto nel suo primo comparire, egli è destinato a diventare un soggetto. Lui stesso compie quella metamorfosi con l’aiuto indispensabile degli altri. Il periodo scolastico è una delle fasi privilegiate di tale avventura. Quella in cui la società offre quello che vi è di più ricco nel tesoro accumulato: le domande, la comprensione, le emozioni, le arrabbiature, la serenità, la bellezza. Tutti questi beni, che si moltiplicano condividendoli, rendono fecondi gli incontri, quei misteriosi eventi nei quali ciò che si sviluppa in uno si dispiega nell’altro.
La scuola si definisce allora come il luogo dove ciascuno diventa umano riconoscendosi partner di tutti coloro che hanno arricchito la nostra collettività. Certo, il sapere individuale è necessario, ma deve essere insegnato non tanto per il suo contenuto, quanto per i passi che consente di fare nel campo dell’umanità. A scuola, il principiante incomincia con progredire seguendo il medesimo percorso dei suoi predecessori, la via già tracciata; ma se egli limita a questo la propria ambizione, partecipa poco al divenire della specie. Invece l’ambizione sua, e della sua famiglia, può essere di spingersi al dilà esplorando strade che gli paiono nuove. Così gli sforzi necessari all’assimilazione della lingua materna e alla padronanza della grammatica, sono giustificati dall’apertura al mondo che dà la lettura; così i ragionamenti fondati sui concetti astratti immaginati dai matematici recano il piacere di costruire un modello del cosmo più facile da comprendersi che non il caos fattoci da scoprire dai nostri sensi; così l’emozione che ci pervade confrontandosi con l’emozione dell’altro ci permette di sentire che esistiamo al dilà di noi stessi.
Tutto ciò si vive nel presente, e perché no, con allegria. [...]
Si tratta di una vera e propria scelta politica, precisamente perché sfugge alle categorie semplicistiche. Ad essere in questione è la realtà di ogni essere umano nel suo divenire, un divenire nutrito dalla natura, dagli altri, da sé stesso. [...]
Sì, occorre lungo tutto il nostro percorso proseguire tale costruzione, che non potrà essere realizzata se non con un impegno collettivo. [...] Il sistema formativo, è con il sistema della sanità, il campo nel quale la costruzione dell’umanità realizzata dagli esseri umani non sarà mai definitivamente compiuta.
Non dimentichiamo che l’essere umano è in perpetuo divenire; chiuderlo dentro una definizione, imposta dalla scuola materna o più tardi, non è altro che tradire la sua libertà di diventare quello che lui ha scelto di essere.
Sembra che, nella nostra società, la sola dinamica possibile non possa essere alimentata se non mediante l’opposizione degli esseri umani tra loro. Si parla soltanto della vittoria dei migliori, mentre il confrontarsi è più collettivo che non individuale, mentre esso implica più cooperazione che non competizione
Tale realtà è stata meravigliosamente espressa, in sintesi, da una giovane alllieva di un liceo dal quale sono stati banditi classifica, premi, voti. [...] La ragazza ha osservato: “Una riuscita solidale è meglio che un successo solitario».


Albert Jacquard, Le compte à rebours a-t-il commencé? Paris, Stock, 2009, pp. 128-139 (trad. nostra)

martedì 2 giugno 2009

La buona scuola:

Riportiamo oggi un estratto dal libro di Italo Fiorin 'La buona scuola'.

l territorio rappresenta il grande campo d'indagine possibile, consentendo in molti casi la sperimentazione di pratiche didattiche di tipo esplorativo ed euristico.
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Il problema della didattica locale è quello di evitare la banalizzazione ed il localismo esasperato. Superare tali limiti significa conferire alle nozioni un significato più generale, saper spiegare quanto è stato prima descritto, scoprire i concetti che organizzano la molteplicità dei dati, conquistare significati che diano senso alla molteciplità dell'esperienza. Così intesa, la realtà di vita può diventare quella che A. Giunti definiva La radice della formazione di base. Tale realtà non è studiata perchè è più semplice, ma, al contrario, perchè nella sua complessità contiene tutti gli elementi fondamentali della cultura dell'uomo. Lo studio della realtà locale concerne motivazioni che, prima di essere didattiche, sono affettive, sociali e culturali. Il processo di costruzione dell'identità personale che rappresenta il compito fondamentale di crescita non avviene nel vuoto, ma si svolge dentro la cultura di appartenza. Oggi anche la realtà del più piccolo e dimenticato paese porta tutti i segni della globalizzazione e il multiculturalismo è sempre più evidente. Diventa difficile per la scuola svoglere quell'azione d'inculturazione, di consegna dei valori tradizionalmente radicati e costitutivi di una comunità, formare alla cittadinanza. La paura dell'altro che irrompe nella nostra quotidianità porta ad atteggiamenti di difesa, di chiusura, di localismo esasperato e belligerante. Molti fautori di una didattica del locale sono mossi da una reazione difensiva, di conservazione. C'è, però, anche il rischio opposto, quello della inconsapevole e acritica perdita della propria identità culturale, che diventa vittima della globalizzazione massificante, nella quale i volti delle varie culture svaniscono.
Rispetto a queste sfide la scuola può svolgere una funzione insostituibile, ponendosi come finalità quella dell'educazione alla cittadinanza sia locale che nazionale, europea e planetaria.
(... ... ....)
Si tratta di aiutare lo studente a prendere consapevolezza della prorpia identità culturale e, insieme, a non rimanere proigioniero di un egocentrismo culturale sempre in agguato.