La stragrande maggioranza dei
coleotteri attende ancora una sistemazione definitiva. Interi gruppi di
famiglie vagano ancora di anno in anno tra un capo all’altro della
classificazione senza decidersi per una posizione definitiva. Ciò, più ancora
che un’insufficiente conoscenza, dimostra l’arbitrarietà di ogni
classificazione, che pretende per ogni individuo una collocazione
inequivocabile entro un sistema altrettanto inequivocabile. La ragione vorrebbe
ingabbiare la vita entro rigide strutture razionalmente dominabili, questa però
glielo impedisce con l’inesauribile varietà di soluzioni che le propone.
Inutile quindi inseguire, nelle poche pagine che possiamo dedicare all’argomento,
un’inattingibile completezza. Ci limiteremo quindi accettare alcune famiglie
che, per la notorietà dei rappresentanti hanno da sempre attirato l’attenzione
degli amatori.
Così la famiglia dei Lucanidae che con il ‘cervo volante’
raggiunge anche in Europa dimensioni in genere riservate ai coleotteri
tropicali, o gli Scarabaeidae con
forme gigantesche nella tribù dei Dynastini,
spesso provviste di spettacolari protuberanze chitinee – ‘corna’ – come nel
nostro ‘scarabeo rinoceronte’. Molto più che non queste particolarità corporee
sono però degni di attenzione i comportamenti familiari, in particolare degli
stercorari, in cui la cura della prole raggiunge verticali complessità
paragonabili a quelli che si osservano nei mammiferi e negli uccelli. Sa
un’altra grande famiglia, molto amata dai raccoglitori, è quella dei Cerambycidae, coleotteri delle lunghe
antenne e spesso di grandi dimensioni. Di inarrivabile bellezza cromatica sono
i Buprestidae, spesso utilizzati come
gioielli dalle popolazioni locali. Alcune famiglie racchiudono un numero
stragrande di specie, come gli Staphylinidae
dalle elitre fortemente raccorciate o i Curculionidae,
dal capo fortemente allungato. Piccolissimi, spesso meno di un millimetro sono
i Trycopterigidae e gli Scydmaenidae, questi ultimi spesso
communandi delle formiche, accanto ai Clavigeridae,
autentici mirmecofili con particolari modificazioni somatiche.
Non posso chiudere questa di per sé
insignificante lista di nomi, senza ricordare i piccoli gioielli della famiglia
dei Chrysomelidae, molti dei quali
dannosi alle piante coltivate, come la ‘dorifora della patata’ (Leptinotarsa decilineata) che tuttavia
sarebbe rimasta volentieri a casa sua in Sudamerica a rosicchiare solanacee selvatiche, se qualche incauto commerciante non
l’avesse inavvertitamente imbucata in una nave diretta in Europa. ]
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