[I coleotteri
sono un ordine, il più numeroso, della già vastissima classe degli insetti. Si
calcola che i suoi rappresentanti specifici, cioè le specie che la compongono,
quando fossero tutte conosciute, si aggirerebbero intorno al milione. Ma una
effettiva conoscenza totale è impossibile perché, come gli individui, le specie
nascono e muoiono di continuo, o meglio vari istante per istante la conoscenza
che abbiamo di esse. La loro straordinaria fattura evolutiva aiutava
probabilmente alla robustezza dei loro tegumenti e alla loro adattabilità che
gli ha permesso di occupare con un alto numero di specie pressoché tutti gli
habitat, terrestri, acquatici, aerei, della superficie planetaria. Anche gli
ambienti ipogei, le sorgenti termali e le superfici dei ghiacciai hanno, tra i
coleotteri, i loro abitanti più o meno specializzati.
Non ho però alcuna intenzione di occuparmene
approfonditamente di loro né in questa sede né in altra, primo perché non ne
sono competente professionalmente (non sono infatti che un sia pure assiduo
raccoglitore dilettante), secondo perché suppongo che anche l’eventuale lettore
di queste note non lo sia, se lo fosse, non saprei dirgli le cose che lui non
sappia.
È piuttosto il luogo dei coleotteri
occupano nella mia vita passata a respingermi, come altre volte mi è capitato,
a dedicare ad essi – o a me stesso – qualche nostalgica riga, dal momento che
l’età non mi permette più l’attività di raccoglitore. Quanto alla raccolta,
depositata in più di centocinquanta scatole entomologiche, pur non essendo di
particolare rilievo, copre più di settant’anni di assidue cacce, interrotte
soltanto negli anni ’44 e ’45 a causa degli eventi bellici. I primi esemplari
conservati risalgono al 1940, testimoniano quindi di un’età entomologicamente
alquanto più ricca dell’attuale, specialmente per il territorio di Roma e
dintorni, luogo preferenziale delle mie prime cacce.
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