venerdì 19 dicembre 2014

Tratte di memoria – XXV.4 (Memoria letteraria)



Non solo un letterato ancorché abbia scritto non poco in questi ultimi anni. Ciò che ho scritto non ha che marginalmente a che fare con quel che si chiama letteratura o, franciosamente, belles lettres. A dire il vero, non si tratta neanche di letteratura scientifica o filosofica. Per me è sufficiente ‘scritti metaculturali’. Ciò non toglie che in passato io sia stato un discreto lettore. Non solo di Topolino e Paperino, che comunque detengono il record delle cose lette. A prescindere da questi, i miei autori preferiti continuano, come cinquanta anni fa a essere Thomas Mann, Goethe e Dante. Li ho nominati in ordine inverso da quello cronologico e da come li ho conosciuti: Dante a scuola, Goethe negli anni immediatamente seguenti (forse attraverso i Lieder di Schubert), Mann a partire dal 1953, quando mia madre mi regalò il Doktor Faustus. Non che non abbia letto anche altri autori – per esempio Kafka o Borges e, tra gli italiani, Gadda o Calvino – ma quelli su cui non mi stanco di ritornare sono quei tre. A Goethe mi sono accostato più volte (ne fecissem!) anche musicalmente. Gli altri due li ho risparmiati, anche se Mann non ha risparmiato me, nel senso che ha condizionato il mio sviluppo mentale fino alla piena formulazione di IMC. Oltre che ai bambini e ragazzi di Cantalupo debbo infatti a Thomas Mann il percorso mentale che mi ha portato allo stile metaculturale che da tempo domina il mio pensiero. Può sembrare strano che un autore così caratteristico del modo di pensare europeo si sia dimostrato anche capace di fornire una solida base al suo superamento. Pur non ritenendolo il suo libro maggiore, penso che la sua svolta, oltre l’Europa, verso la globalità politica oggi necessaria alla sopravvivenza si trovi nel Giuseppe, vero segnavia per un domani di pacificazione universale.
La Divina Commedia me la trovo sempre davanti, non solo perché ne possiedo più copie, sparse per casa, ma perché ne è piena la mia mente dal “… mezzo del cammin…” fino a “… che move il sole e l’altre stelle”.

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