[Dialogante 2] Ricordo che
molti anni fa, nel progettare la figura professionale dell’operatore culturale di base (poi meglio caratterizzato come metaculturale[1]),
l’avevamo immaginato come un agente formatore che, al culmine della sua
esperienza, sarebbe rimasto in silenzio a osservare il gruppo di formandi
intenti a lavorare in proprio o tutt’al più integrandosi fra loro. Sarebbe cioè
bastata la sua presenza senza esplicito passaggio di informazioni perché il
lavoro di formazione, opportunamente innescato e occasionalmente stimolato, si
trasformasse in autoformazione.
[Dialogante 1] Era una
condizione esterna, che non osavamo supporre si potesse verificare nella
realtà. Già l’esperienza della pratica musicale di base (anni Settanta) aveva
peraltro mostrato come opportune condizioni di partenza e di conduzione
potevano portare, in un tempo relativamente breve a un buon grado di autonomia
compositiva tra i componenti del gruppo discente, che però, nell’esperienza
della composizione visiva, dopo solo qualche mese di progressivo ritiro dell’operatore
dalla scena dei nostri incontri (pur restando l’operatore fisicamente
presente), il cammino del gruppo verso la piena autonomia progettuale ed
esecutiva – autonomia mentale anzitutto, poi anche manuale, tecnica – poteva
dirsi compiuto.
[Dialogante 2] Su questa
base sarebbe stato quindi possibile qualsiasi innesto specifico, si sarebbe
potuta sviluppare qualsiasi tecnica pittorica, acquisita o inventata.
[Dialogante 1] In alcuni
casi, di questo sovrappiù professionalmente non si sentiva neppure il bisogno,
tanto evidenti e soddisfacenti apparivano i risultati ottenuti, al punto che un’eventuale
integrazione per esempio figurale o addirittura figurativa sarebbe stata
avvertita come inutile ridondanza in un percorso largamente autosufficiente.
[Dialogante 2] Anche l’assiduità
dei partecipanti a questi incontri settimanali (si tenga conto che si trattava
di persone lavorativamente impegnate) la dice lunga su loro interesse anche
individuale, testimoniato a fine anno da decine di cartelle gonfie di disegni
accuratamente suddivisi e catalogati.
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