venerdì 26 dicembre 2014

Tratta XXVI.4 – L’identità culturale è nuovamente avvertita come centrale




[Dialogante 1]  Insisti, anche se non apertamente, a darmi dell’utopista. A parte il fatto che non mi sento offeso per questo, continuo a essere convinto che senza una radicale revisione della scuola e delle sue finalità non c’è futuro per l’umanità.
[Dialogante 2]  Il punto, però, non è questo. Dal fatto che la scuola debba cambiare si discute ormai da decenni, ma sul come non c’è accordo. In alcuni casi, come nei tentativi più recenti, sembra addirittura che la soluzione ai problemi formativi di oggi vada ricercata nella scuola di ieri. Senza escludere parziali ritorni al passato, questi dovrebbero scaturire da un’analisi del presente condotta con strumenti analitici aggiornati…
[Dialogante 1]  … strumenti che non posso essere interni a una qualsiasi cultura, anche evoluta, come la nostra, e neppure a una sedicente ‘supercultura’ (ancora una volta, come la nostra), bensì devono essere costruiti ‘metaculturalmente’, cioè su basi sì culturali (di qualsiasi cultura) ma metaculturalmente riflesse.
[Dialogante 2]  Parli come se tutti ti capissero quando parli di ‘riflessione metaculturale’.
[Dialogante 1]  Hai ragione, ma ho disseminato tutti questi scritti di dettagliate spiegazioni dei termini usati, cosicché è molto improbabile che un visitatore, anche distratto, di questi Indagini e Dispersione non si sia imbattuto in qualcuna di queste.
[Dialogante 2]  Il problema non è se il visitatore si sia imbattuto o non in una di queste spiegazioni e neppure se l’abbia capita (c’è ben poco da capire). Il problema è se, avendola capita, ne condivide il concetto. L’identità culturale, oggi, nell’età della globalizzazione di tutto, è nuovamente avvertita come centrale, mentre la formazione di una coscienza non banale e l’accettazione diffusa di IMC è alquanto problematica.
[Dialogante 1]  Non si vuole capire che IMC nasce proprio per garantire le individualità personali – tribali, nazionali, religiose, etniche – a fronte della necessaria e inevitabile globalizzazione.
[Dialogante 2]  È effettivamente difficile, non tanto capire, quanto gestire nella quotidianità questa duplice, contraddittoria ottica, particolaristica e globale a un tempo.

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