[Dialogante 1] Recita la
seconda definizione di IMC che tale ipotesi equivarrebbe alla sospensione del
principio di non contraddizione, considerato fondante di tutte le conoscenze
perché discendente direttamente da Dio. Questo principio è stato invero oggetto
di numerosi attacchi, sia in Oriente che in Occidente, soprattutto da parte del
pensiero religioso (per esempio nella definizione di Dio come Uno e Trino) e
mistico, ma è di fatto sopravvissuto anche nelle forme logiche attuali. IMC non
solo non lo riconosce ma fa della contraddizione il nuovo fondamento del
pensiero (non del conoscere). Ne abbiamo segnalato or ora un’occorrenza che lo
porrebbe anche all’origine di IMC nella duplice e contraddittoria ottica
particolaristica e globalizzante che la caratterizza.
[Dialogante 2] Più volte mi
sono chiesto se IMC è nata appunto dalla necessita di conciliare quelle due
ottiche, ambedue probabilmente indispensabili per la nostra sopravvivenza,
oppure è stata una fortunata coincidenza che ci ha messo a disposizione, nel
momento del bisogno, un modello così plastico.
[Dialogante 1] È vero
comunque che lo abbiamo a disposizione, ma è anche vero che non lo usiamo, un
po’ perche non sappiamo ancora farlo, un po’ perché ingenti forze ideologiche e
religiose ce lo impediscono.
[Dialogante 2] Se ce l’impediscono,
dovremmo reagire per il diritto di IMC alla piena cittadinanza teorica e
operativa…
[Dialogante 1] …ma IMC non
conosce parole come ‘diritto’, ‘reagire’, ‘impedire’, se non come metafora di
qualcosa che in un mondo metaculturalizzato non ha più ragione d’essere.
[Dialogante 2] Abbiamo
quindi le mani legate dalla nostra stessa ipotesi di partenza.
[Dialogante 1] Tanto più
deve averle legate IMC, che, essendo solo un’ipotesi non può nulla e men che
mai legarci o pigliarci le mani.
[Dialogante 2] Chi può o
non può siamo soltanto noi, sui quali ricade per intero la responsabilità del
nostro agire.
[Dialogante 1] Se qualcuno
avesse pensato di scaricarla su IMC, si sbaglia di grosso.
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