martedì 25 novembre 2014

Tratta XXIII.1 – … ricondurlo a maggiore modestia



[Dialogante 1]  Ieri pomeriggio un documentario televisivo ha ripreso il tema, già più volte affrontato, della sparizione delle api. Sparizione estesa, a quanto pare, all’intero pianeta con la sola eccezione dell’area africana, abitata da una razza assai più resistente dell’ape comune.
[Dialogante 2]  Ma anche più aggressiva, il che sconsiglia di favorirne l’acclimatazione in altre regioni.
[Dialogante 1]  Non si conosce a tutt’oggi la causa di questa sparizione. L’ipotesi più probabile è un insieme di concause, tutte però in qualche modo attribuibili alla presenza umana.
[Dialogante 2]  Non sarebbe la prima volta che la moltiplicazione incontrollata di una specie ne abbia ‘soffocate’ delle altre fino a portarle all’estinzione.
[Dialogante 1]  Sì, ma la cosa non ci riguardava, o perché non c’eravamo, o perché con la specie colpita non avevamo e non abbiamo un rapporto diretto.
[Dialogante 2]  Alle api tuttavia siamo legati da millenni, addirittura da tempi preistorici per il miele, la cena, il propoli e, non da ultimo, per la funzione impollinatrice che esse svolgono con ammirevole zelo.
[Dialogante 1]  Eppure la specie che le sta portando all’estinzione è proprio la nostra.
[Dialogante 2]  Singolare dimostrazione di intelligenza da parte di un animale che dell’intelligenza ha fatto la sua bandiera per autoproclamarsi ‘re del creato’, …
[Dialogante 1]  … assecondato in questo anche da chi avrebbe dovuto ricondurlo a maggiore modestia.
[Dialogante 2]  Ma la modestia non è la virtù di chi per autoproclamarsi ‘re del creato’ ha inventato la Creazione, un Dio e se stesso come Figlio di Dio.
[Dialogante 1]  Sicché anche le api sarebbero vittime della superbia umana…
[Dialogante 2]  … come ne è vittima lui stesso…
[Dialogante 1]  … che però cerca sempre di addossare a qualcuno o qualcos’altro la colpa di ciò che reputa sua disgrazia.

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