martedì 18 novembre 2014

Tratta XXII.2 – Nemici della scienza



[Dialogante 1]            La parentesi ci vuole nemici della scienza…
[Dialogante 2]  … Nemici no davvero, ma neppure adoratori incondizionati.
[Dialogante 1]  Del resto la scienza non pretende questo da noi…
[Dialogante 2]  … almeno da quando Popper l’ha definita in termini di falsificabilità[1].
[Dialogante 1]  Già il termine ricorrente di ‘ipotesi’ esclude qualunque approccio fideistico, nonostante il parere di Newton[2].
[Dialogante 2]  È piuttosto il mondo che gira intorno alla scienza il responsabile della sua canonizzazione, rafforzata per opposizione alla rigidità dogmatica della religione.
[Dialogante 1]  Non mi risultano roghi o inquisizioni a difesa della verità scientifica.
[Dialogante 2]  I regni della verità per cui si uccide e si muore sono le religioni, non certo le scienze che, se un regno ce l’hanno, è nelle università, nelle sedi del sapere…
[Dialogante 1]  … e, se qualche disciplina le sostiene, sono la filosofia e soprattutto la matematica, ambedue oggi suddivise in sottodiscipline con tendenza a orizzontalizzarsi in transdiscipline.
[Dialogante 2]  Se bene intendo la scienza aspira anch’essa al dominio del mondo e per questo mette in campo modi e tecniche diverse da quelle utilizzate dalle religioni, ma non meno efficaci, oggi anzi vincenti.
[Dialogante 1]  Il numero e la tecnologia sono diventati la religione dell’attualità e non manca chi è disposto a sacrificare ad essi quanto in noi non ricada sotto il loro diretto dominio.
[Dialogante 2]  Io per esempio, pur riconoscendo l’enorme potere del numero, non credo nella sua natura divina…
[Dialogante 1]  … così come io non mi sento così primitivo da adorare la tecnologia e le sue conquiste dimenticando l’uomo che c’è dietro.
[Dialogante 2]  E quanto al dominio del mondo, non mi sento così suddito’ da riconoscerlo alle religioni, alle scienze e neppure all’uomo.
[Dialoganti 1 e 2, uniti]  Ciò che non va è l’idea del ‘dominio’.



[1]             Il criterio di falsificabilità afferma che una teoria, per essere controllabile, e perciò scientifica, deve essere “falsificabile”. Cioè, in termini logici, dalle sue premesse di base devono poter essere deducibili le condizioni di almeno un esperimento che la possa dimostrare integralmente falsa alla prova dei fatti. Se una teoria non possiede questa proprietà, è impossibile controllare la validità del suo contenuto informativo relativamente alla realtà che essa presume di descrivere: in poche parole, non è “scientifica”.
[2]             Con la celeberrima espressione “Hypothesis non fingo” (“Non formulo ipotesi e mi attengo al fatto che la legge descrive bene come funziona il mondo ma non ne indago i motivi”), Isaac Newton ha espresso l’impossibilità di andare al di là della descrizione dei fenomeni per cercarne la causa.

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