[Dialogante 2] Idoneità alla sopravvivenza: possiamo misurarla
e come?
[Dialogante 1] Non certo
dal numero di individui di una certa spezie conviventi in un certo tempo sul
nostro pianeta. I più idonei risulteremmo noi – insetti e microrganismi esclusi
– …
[Dialogante 2] … mentre
siamo i più in pericolo di estinzione…
[Dialogante 1] … non però
per intima debolezza della specie…
[Dialogante 2] … bensì per
cattiva gestione di noi stessi e dell’ambiente in cui viviamo.
[Dialogante 1] Ma questa
cattiva gestione non è essa stessa sintomo di debolezza, di inidoneità alla
vita?
[Dialogante 2] E a chi se
deve questa inidoneità?
[Dialogante 1] Da una
qualche malformazione genetica che in un primo tempo offre direi vantaggi, poi
però risulta letale.
[Dialogante 2] E quale
potrebbe essere questa malformazione?
[Dialogante 1] L’ipertrofia
del cervello.
[Dialogante 2] E non ci
sono rimedi?
[Dialogante 1] Dirottarne l’uso.
[Dialogante 2] Che vuoi
dire?
[Dialogante 1] Finora il
nostro ipertrofico cervello ha indirizzato la sua iperattività alla crescita di
tutto ciò con cui veniva a contatto: crescita della conoscenza, del sapere;
crescita della nostra presenza sul pianeta, crescita della produzione, della
ricchezza, del guadagno, del welfare…
[Dialogante 2] …nel
contempo però anche crescita della povertà, della miseria, della fame…
[Dialogante 1] Non si può
riequilibrare un po’ la situazione?
[Dialogante 2] Certo,
rinunciando…
[Dialogante 1] … al nostro
cervello?
[Dialogante 2] No, alla
crescita.
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