venerdì 21 novembre 2014

Tratta XXII.5 – Idoneità alla sopravvivenza?



[Dialogante 2]  Idoneità alla sopravvivenza: possiamo misurarla e come?
[Dialogante 1]  Non certo dal numero di individui di una certa spezie conviventi in un certo tempo sul nostro pianeta. I più idonei risulteremmo noi – insetti e microrganismi esclusi – …
[Dialogante 2]  … mentre siamo i più in pericolo di estinzione…
[Dialogante 1]  … non però per intima debolezza della specie…
[Dialogante 2]  … bensì per cattiva gestione di noi stessi e dell’ambiente in cui viviamo.
[Dialogante 1]  Ma questa cattiva gestione non è essa stessa sintomo di debolezza, di inidoneità alla vita?
[Dialogante 2]  E a chi se deve questa inidoneità?
[Dialogante 1]  Da una qualche malformazione genetica che in un primo tempo offre direi vantaggi, poi però risulta letale.
[Dialogante 2]  E quale potrebbe essere questa malformazione?
[Dialogante 1]  L’ipertrofia del cervello.
[Dialogante 2]  E non ci sono rimedi?
[Dialogante 1]  Dirottarne l’uso.
[Dialogante 2]  Che vuoi dire?
[Dialogante 1]  Finora il nostro ipertrofico cervello ha indirizzato la sua iperattività alla crescita di tutto ciò con cui veniva a contatto: crescita della conoscenza, del sapere; crescita della nostra presenza sul pianeta, crescita della produzione, della ricchezza, del guadagno, del welfare
[Dialogante 2]  …nel contempo però anche crescita della povertà, della miseria, della fame…
[Dialogante 1]  Non si può riequilibrare un po’ la situazione?
[Dialogante 2]  Certo, rinunciando…
[Dialogante 1]  … al nostro cervello?
[Dialogante 2]  No, alla crescita.

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