mercoledì 19 novembre 2014

Tratta XXII.3 – Se avesse voluto sfidare se stessa…



[Ancora una volta Pitinki, la gatta che poco tempo fa i pompieri hanno tirato giù da un albero, si trova imprigionata in cima una robinia, dalla quale non ha la forza o il coraggio di scendere.]

[Dialogante 1]  Stupida gatta!
[Dialogante 2]  E se fosse stata costretta a salirci?
[Dialogante 1]  Da che cosa?
[Dialogante 2]  Che ne so? da un cane per esempio.
[Dialogante 1]  Avrebbe potuto fermarsi all’altezza di un balzo di cane.
[Dialogante 2]  L’istinto l’avrà spinta più in alto.
[Dialogante 1]  Pensavo che l’istinto fosse miglior consigliere della ragione.
[Dialogante 2]  Pensavi male. Forse con un cane alle calcagna anche l’istinto di un gatto fa cilecca.
[Dialogante 1]  E se non fosse stato un cane? Se Pitinki avesse voluto sfidare se stessa e la sua specie a tentare l’impossibile? L’impossibile di oggi potrebbe essere il possibile di domani, e l’oggi potrebbe essere già il domani.
[Dialogante 2]  Tipicamente umano, degno di Ulisse, Faust…
[Dialogante 1]  … non certo di un gatto, che è troppo intelligente da sfidare apertamente la natura e, se lo fa, ha preso tutte le precauzioni necessarie…
[Dialogante 2]  … non come gli uomini con le centrali nucleari…
[Dialogante 1]  Che c’entra? Cernobyl e Tokio: due incidenti!
[Dialogante 2]  Ma l’intelligenza non dovrebbe servire soprattutto a rendere impossibili gli incidenti?
[Dialogante 1]  Si chiamano così proprio perché inevitabili in linea di principio.
[Dialogante 2]  Potremmo però evitar tutto ciò che li rende più probabili.
[Dialogante 1]  Saremmo ancora al paleolitico.
[Dialogante 2]  E con ciò? Non avremmo né bombe H né centrali nucleari.
[Dialogante 1]  Come se nel paleolitico non si morisse in età assai più precoce che oggi!
[Dialogante 2]  Il problema non è anno più, anno meno. È se rischiare la vita per sfuggire a un cane o proporgli la nostra amicizia.

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