[Ancora una volta Pitinki, la gatta che
poco tempo fa i pompieri hanno tirato giù da un albero, si trova imprigionata
in cima una robinia, dalla quale non ha la forza o il coraggio di scendere.]
[Dialogante 1] Stupida gatta!
[Dialogante 2] E se fosse
stata costretta a salirci?
[Dialogante 1] Da che cosa?
[Dialogante 2] Che ne so?
da un cane per esempio.
[Dialogante 1] Avrebbe
potuto fermarsi all’altezza di un balzo di cane.
[Dialogante 2] L’istinto l’avrà
spinta più in alto.
[Dialogante 1] Pensavo che
l’istinto fosse miglior consigliere della ragione.
[Dialogante 2] Pensavi
male. Forse con un cane alle calcagna anche l’istinto di un gatto fa cilecca.
[Dialogante 1] E se non
fosse stato un cane? Se Pitinki avesse voluto sfidare se stessa e la sua specie
a tentare l’impossibile? L’impossibile di oggi potrebbe essere il possibile di
domani, e l’oggi potrebbe essere già il domani.
[Dialogante 2] Tipicamente
umano, degno di Ulisse, Faust…
[Dialogante 1] … non certo
di un gatto, che è troppo intelligente da sfidare apertamente la natura e, se
lo fa, ha preso tutte le precauzioni necessarie…
[Dialogante 2] … non come
gli uomini con le centrali nucleari…
[Dialogante 1] Che c’entra?
Cernobyl e Tokio: due incidenti!
[Dialogante 2] Ma l’intelligenza
non dovrebbe servire soprattutto a rendere impossibili gli incidenti?
[Dialogante 1] Si chiamano
così proprio perché inevitabili in linea di principio.
[Dialogante 2] Potremmo
però evitar tutto ciò che li rende più probabili.
[Dialogante 1] Saremmo
ancora al paleolitico.
[Dialogante 2] E con ciò?
Non avremmo né bombe H né centrali nucleari.
[Dialogante 1] Come se nel
paleolitico non si morisse in età assai più precoce che oggi!
[Dialogante 2] Il problema
non è anno più, anno meno. È se rischiare la vita per sfuggire a un cane o
proporgli la nostra amicizia.
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