sabato 1 novembre 2014

Tratta XX.6 – Quale io?





[Dialogante 2]   Continuo a domandarmi, ma senza riuscire a darmi una risposta, chi guida il mio pensiero in una direzione piuttosto che in un’altra, visto che nel sonno per esempio sembra guidarsi da solo. Ma da sveglio?
[Dialogante 1]   Verrebbe da dire: sei tu, il tuo io, se significasse qualcosa.
[Dialogante 2]   Ma in quanti siamo in questo io?
L’io che pensa.
L’io che gli dice cosa pensare.
L’io che controlla se l’io che pensa pensa effettivamente ciò che l’altro gli dice di pensare.
L’io che distingue l’io che pensa da quello che lo indirizza e tute e due da quello che controlla, e ancora:
l’io che pensa da ciò che pensa, e così via.
[Dialogante 1]   Così pensati, sono in troppi. Conviene ridurne il numero.
[Dialogante 2]   Allora a uno solo che fa tutte queste cose.
[Dialogante 1]   E come?
[Dialogante 2]   Riflessivamente, come quando si ripiega un foglio di carta.
[Dialogante 1]   Ma chi lo ripiega?
[Dialogante 2]   Ancora un altro io, …
[Dialogante 1]   … ben distinto da quelli ripiegati…
[Dialogante 2]   … che, tutti insieme non fanno che costituire un altro io.
[Dialogante 1]   Stiamo descrivendo un’operazione ricorsiva, di cui il cervello evidentemente è capace.
[Dialogante 2]   È capace, certo, ma chi gli dice perché e quando iniziarla?
[Dialogante 1]   Vuoi farmi ricominciare ma capo, ma io non ci sto.
[Dialogante 2]   Chi non ci sta?
[Dialogante 1]   Io.
[Dialogante 2]   Quale io? spiegati meglio.


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