[Dialogante 1] La
precedente tratta costituisce
indubbiamente una parentesi, anche se non è segnalata graficamente.
[Dialogante 2] Indubbiamente?
[Dialogante 1] Si fa per
dire. Ma quante parole spendiamo ‘così per dire’!
[Dialogante 2] Forse la
maggior parte di quelle che usiamo.
[Dialogante 1] Vorrebbe
dire che le parole non ci servono solo per comunicare…
[Dialogante 2] … o forse
che la comunicazione non serve solo a trasmettere concetti, ma anche, e forse
soprattutto, a creare un contatto, ‘un ponte’ che ci faccia colmare la distanza
tra noi e il nostro prossimo.
[Dialogante 1] È la stessa
funzione che ha l’ululato dei lupi o il canto degli uccelli.
[Dialogante 2] Forse non
proprio la stessa. Può darsi addirittura che le parole pronunciate ‘così per
dire’ siano meno significative del cinguettio di un passero.
[Dialogante 1] La ‘significatività’
delle parole non dipende solo da queste ma in buona parte dalla situazione al
contorno; spesso ci informano su quest’ultima mentre il significato
effettivamente espresso dalle parole è tutt’un altro.
[Dialogante 2] Le
informazioni che ci giungono attraverso di esse non si ritrovano nei
vocabolari.
[Dialogante 1] Le parole si
ritraggono dietro il loro suono…
[Dialogante 2] … o anche
dietro la gestualità che le accompagna.
[Dialogante 1] Come dire
che regrediscono allo stato di formazione primaria…
[Dialogante 2] … cioè non
finalizzate alla trasmissione di significati.
[Dialogante 1] Penso che
dovremmo badare a questo scendimento…
[Dialogante 2] … non tanto
per evitarlo quanto per farlo rientrare nella funzionalità significante, come
credo si faccia nelle scuole di recitazione.
[Dialogante 1] A questo
punto qualcuno dirà: ma lasciateci parlare come ci pare! Liberi almeno nelle
parole!
[Dialogante 2] Forse l’abitudine
all’autocontrollo è proprio ciò che ci rende liberi.
[Dialogante 1] Forse…
sempre forse!
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