[Dialogante 1] È singolare
come la filosofia ritorni sempre al presocratico, in particolare alla coppia
Parmenide-Eraclito, quasi che ogni antagonismo sia riducibile all’alternativa
amletica essere o non essere…
[Dialogante 2] … alternativa il cui corni sono stati
ambedue monopolizzarti dal potere, mentre la loro illogica sintesi…
[Dialogante 1] … rifiuta
l’idea stessa di ‘potere’.
[Dialogante 2] E noi che
facciamo? La rifiutiamo oppure no?
[Dialogante 1] Ormai è
divenuta una facile scappatoia la terza via, che però non ha ancora ricevuto il
riconoscimento dall’ufficialità.
[Dialogante 2] Probabilmente
dovrà riceverlo abbastanza presto, nella forma logicamente accettabile di IMC,
per banali necessità di sopravvivenza.
[Dialogante 1] Perché le
chiami ‘banali’, queste necessità?
[Dialogante 2] Perché
ritengo banale’ il fatto di esistere…
[Dialogante 1] … o di non
esistere.
[Dialogante 2] E che ne
dici del fatto di ‘esserci stato’?
[Dialogante 1] Credo che
avrebbe rilevanza solo nel terzo caso, quello che abbiamo identificato nel nunc stans dell’eterno ritorno.
[Dialogante 2] Nunc stans che con qualche modifica potrebbe anche
coincidere con l’idea cristiana della salvazione.
[Dialogante 1] Nietzsche
equiparato a Cristo? Mi sembra un po’ troppo!
[Dialogante 2] Eppure molti
l’hanno visto così, e lui stesso sembra essersi modellato su di lui in Ecce homo è forse già da molto prima[1].
[Dialogante 1] Propongo di
lasciar perdere sia Nietzsche che i presocratici e di far ritorno alla metafora
dei ponti, che non riusciamo a concretizzare.
[Dialogante 2] Forse non si
tratta di concretizzarla, ma di lasciarle intatta la sua ‘luce’.
[1] Si
ricordi che da adolescente Nietzsche, figlio di un pastore protestante, frequentò
gli ambienti evangelici.
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