[Eccomi ancora una volta impaludato
nel mio stesso pensiero. Credevo di aver individuato un percorso che mi avrebbe
fatto avanzare di qualche tratta, poi
mi sono ingarbugliato, come il lettore avrà certo constatato, in diverticoli
degni di un intestino con il morbo di Krohn, e non sono più riuscito a trovare
la via di uscita. Non è certo la prima volta che mi capita da quando ho
compiuto gli ottanta anni, anzi è qualcosa che mi perseguita, contro cui è vana
ogni mia contromisura. Mi appunto mentalmente i concetti di cui intendo
servirmi, me li ripeto infinite volte, ho chiari anche i collegamenti, le tratte così come il quadro di insieme…
Comincio a lavorare, poi i particolari prendono il sopravvento. Sicuro del mio
programma avanzo ancora di qualche tratto… e tutto mi si confonde… Si raggiunge
il blocco del pensiero… È come se avessi perduto ogni traccia. Le persone con
cui ne ho parlato, tra cui ovviamente Paola e Fernando, mi hanno consigliato di
fissare su un foglio alcune parole chiave come segnavia, Eva mi ha addirittura
regalato un piccolo registratore tascabile cui potrei semplicemente dettare queste
parole, specie quando, come spesso accade, questi lampi rischiarano una notte
insonne. Ma io, niente! sono così sicuro di ciò ho pensato, di averlo fermato
per l’eternità, che non prendo alcuna precauzione… e d’un colpo dimentico
tutto, senza possibilità di ritrovarne neppure un frammento negli anfratti
della memoria.
La cosa in sé non è grave, ma ho voluto
registrarla in questo libretto perché potrebbe interessare qualche psicologo.
Non credo di essere l’unico cui in vecchiaia capitino autocancellazioni del
genere. Forse questa descrizione potrebbe servire a meglio comprendere il
funzionamento del cervello nell’anziano e a prevenirne o curarne le defaillances.]
[Dialogante 2] Spero che la
parente si sia servita a sgomberare la nostra mente –ne abbiamo una in due–
dalle labirintiche contorsioni in cui da qualche tempo le piace lasciarsi
andare.
[Dialogante 1] Forse non è
che un’abitudine di vecchia data[1].
Potrebbe essere di qualche interesse osservare se questa abitudine è
rintracciabile anche nella mia produzione musicale.
[Dialogante 2] Comunque
un’abitudine del genere, se non fermata in tempo (ma quando scade questo
tempo?) assomiglia piuttosto a un ‘vizio’ mentale che un pensiero sano.
[Dialogante 1] Sei molto
severo con te stesso.
[Dialogante 2] Mai abbastanza.
Il guaio è che i vizi sono in genere più forti dei freni inibitori che
dovrebbero controllarli.
[Dialogante 1] I vizi hanno
probabilmente a che fare con gli istinti, potremmo chiamarli ‘istinti deviati’
in analogia ai ‘servizi deviati’ di cui si sente spesso parlare.
[Dialogante 2] Ne stiamo
vedendo un caso proprio in questi giorni.
Uno dei nostri gatti, Pitinki, il più
anziano, si è arrampicato l’altro ieri su una robinia del giardino, piuttosto
in alto, fino a un punto dal quale non riesce più a scendere. Questa almeno è
l’impressione che abbiamo ricevuto dal suo comportamento. È un gatto anziano
–più di diciotto anni–, e gli alberi ne ha scalati a centinaia e mi sembra
improbabile che si sia sbagliata. E non c’è verso di farla scendere… Inutile
l’azione di raggiungerlo con una lunga scala. Per tutta risposta Pitinki è
salita ancora di qualche metro pur conoscendo benissimo la persona intenzionata
a salvarla. A un certo punto mi sono decisamente opposto a ogni ulteriore
tentativo di salvataggio, per due ragioni:
1)
data l’evidente pericolosità dell’azione, non ritengo il
rischio sia proporzionato all’impresa;
2)
la determinazione dell’animale potrebbe avere delle
ragioni che noi umani sfuggono e che forse non abbiamo il diritto di
contrastare.
È noto che molti animali in punto di
morte si nascondono quasi per vergogna. L’interpretazione è ovviamente tutta
nostra, ma ci induce a riflettere su alcune interferenze dei nostri poteri –per
esempio quelli influenzati dalla Chiesa– in merito a decisioni assolutamente
personali come il suicidio.
Pitinki, un gatto rivoluzionario…?
[1] Si
vedano per esempio gli Esercizi speculativi, [10b] nel
Volume III L’ipotesi metaculturale delle Indagini metaculturali.
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