[Dialogante 2] Se ci
serviamo dell’espressione ‘costruire una tratta’ per significare ‘entrare in
relazione con’, allora tutte le percezioni sensoriali rientrano in questa
metafora.
[Dialogante 1] Le tratte però sono percorribili nei due
sensi, diversamente dalle percezioni.
[Dialogante 2] Basterebbe
considerare il percetto come la
risposta simmetrica all’atto del percepire, e avremmo nuovamente la doppia
percorrenza…
[Dialogante 1] … e la
metafora del ‘ponte’ torna a funzionare.
[Dialogante 2] Noi staremo
quindi sempre coi piedi su qualche tratta
che ci congiunga a qualcun’altro punto.
[Dialogante 1] Possiamo
anche dire che siamo noi stessi quella tratta…
[Dialogante 2] … meglio
ancora che siamo l’insieme dei ponti che ci collegano al mondo.
[Dialogante 1] Modernamente:
un centro informatico per cui passa tutta l’informazione prodotta nel mondo, …
[Dialogante 2] … che però
viene utilizzata solo in minima parte.
[Dialogante 1] Forse
allora, se ci consideriamo come punti in cui si concentra tutta l’informazione
dell’universo, dovremmo distinguere la parte effettivamente percepita.
[Dialogante 2] Ma che cosa
distingue questa parte rispetto al tutto?
[Dialogante 1] Vari filtri:
la debolezza dei nostri sistemi
percettivi,
l’insufficienza delle nostre capacità analitiche,
i ‘divieti di transito’ opposti dalle culture.
[Dialogante 2] Pensi che in
assenza del filtro culturale il flusso di informazione e che raggiunge sarebbe
maggiore?
[Dialogante 1] Difficile da
dire. Potrebbe anche darsi che, siccome per IMC tutta l’informazione che ci
raggiunge è culturalmente modulata, non saremmo in grado di riconoscere alcuna
in assenza di cultura. Oppure che le infinite possibili interpretazioni
confonderebbero il nostro cervello al punto di renderlo inricettivo come un
sasso.
[Dialogante 2] Purtroppo in
questo campo è preclusa la ricerca perché gli animali che potrebbero fornirci
una risposta non sanno parlare, …
[Dialogante 1] … e poi una
qualche forma di cultura ce l’hanno anche loro!
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