mercoledì 11 giugno 2014

Tratta XIII.3 – Tra il compatto e il rarefatto



[Dialogante 2]  L’immagine delle tratte che collegano i punti del reale non funziona, o meglio non funziona né per un reale compatto (non ci sarebbero punti liberi da congiungere), né per un reale rarefatto (nessun altro punto potrebbe essere raggiunto). Lo stesso vale per un reale immaginato.
[Dialogante 1]  Quindi anche la metafora delle tratte, che pure tanti buoni servigi ha reso e ancora potrebbe rendere, non funziona.
[Dialogante 2]  Non funziona ai limiti del ‘compatto’ e ‘rarefatto’, potrebbe funzionare nei casi intermedi, quelli che più ci interessano.
[Dialogante 1]  Del resto il ‘reale’ potrebbe essere definito proprio ‘ciò che sta tra il compatto e il rarefatto’, ed eccoci al reale che conosciamo o crediamo di conoscere…
[Dialogante 2]  … e in questo le tratte sono essenziali anche perché alla congiunzione di più ponti troviamo l’io.
[Dialogante 1]  Forse anzi l’io è il punto da cui partono –o in cui convergono– molte tratte.
[Dialogante 2]  In tal modo abbiamo indebolito, deideologizzandolo, un tenace e pericoloso concetto senza peraltro eliminarlo.
[Dialogante 1]  Ti vedo sempre molto impegnato contro l’io, come se tu non ce l’avessi.
[Dialogante 2]  Proprio perché ce l’ho e non riesco a confrontarlo con nessun altro io, temo che sia eccessivo e intollerabile per gli altri…
[Dialogante 1]  … e così pensi di renderlo più accettabile deprimendolo…
[Dialogante 2]  … un’eredità materna, di cui però non sono del tutto convinto.
[Dialogante 1]  Una domanda. L’io fa parte del reale?
[Dialogante 2]  Qualcuno pensa che ne sia il fondatore.
[Dialogante 1]  Qualcun altro che ne sia l’ultima propaggine; che il reale ci sia solo per rendere possibile l’emergenza dell’io.
[Dialogante 2]  Struttura circolare, il cui ultimo termine coincide col primo.
[Dialogante 1]  Oppure emergenza casuale, in nessun modo privilegiata; a voi la scelta.

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