sabato 14 aprile 2012

Terzo commento d’autore a ‘L’Universo relazionale’

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I quindici postini de L’Universo relazionale, sottotitolati Una fantasia antropologica, hanno complessivamente le dimensioni di un piccolo saggio. Ma non arrivano ad esserlo. Gli manca l’unità sia progettuale che esecutiva. Fino a pochi anni fa credevo nel saggio, voglio dire nella mia capacità di scriverne. In effetti sono forse più ‘di casa’ nei testi di didattica o di riflessione sulla didattica. Non sono abbastanza paziente per acquisire tutte le informazioni indispensabili a un buon saggista. Persone degnissime mi hanno ‘accusato’ (il verbo però e inadeguato) di voler fare tutto da me e di non accorgermi che molte cose le avevano già dette, e meglio, altri. Vorrei ancora una volta rassicurare chi leggerà questi postini che sono ben consapevole di non essere quasi mai l’autore di ciò che scrivo, ma solo l’occasionale ripetitore o meglio il ri-assemblatore di pensieri vaganti tra gli UCL. Sono infatti convinto che, se c’è qualcosa di nuovo sotto il sole, questo non risiede negli oggetti, fisici o mentali che incontriamo, ma nelle relazioni che istituiamo tra essi, relazioni sempre diverse come diversi siamo noi che le instauriamo.

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