lunedì 2 aprile 2012

5e) La religione

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Poco c’è da sperare dalle religioni –tutte– in ordine ai processi evolutivi della società. Perfino la religione più progressista –il comunismo– ha arrestato il suo di fronte al ‘muro’ del capitale. Questo del canto suo si presenta, anche lui come una religione o almeno sotto copertura religiosa, ma apparentemente assai più agile e trasformista dell’altro e quindi adatto a un’immagine dinamico-evolutiva della società. Ma basta sollevare un lembo di questa copertura per scoprire la sostanziale immobilità del modello sottostante: crescita illimitata di un welfare incompatibile con il nostro pianeta.

Non tutte le religioni concordano con questo modello, anzi la maggior parte se ne tengono a doverosa distanza, magari celebrando i fasti della povertà, dell’astinenza. Ma, a parte la loro storia, niente affatto aliena dall’oro, anche la loro quotidianità è, salvo poche, isolate eccezioni, organica al capitale, senza il quale anche il loro potere non sussisterebbe. Perché, più che un’intima disposizione dell’animo, ogni religione è potere, se si vuole più subdolo di qualsiasi altro, perché giocano su inverificabili credenze e se ne serve ai fini di esclusivo dominio.

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