mercoledì 18 aprile 2012

Che cosa spinge le ideologie al successo?

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Forse pensiamo e ripensiamo sempre le stesse cose. Forse non possiamo fare diversamente perché in un certo momento (storico?) le cose da pensare suggerite da quel momento sono effettivamente in numero limitato. Non voglio dire con questo che le circostanze di vita siano le stesse per tutti, ma è probabile che i problemi che la vita associata pone agli individui in un certo tempo e luogo abbiano tra loro delle analogie che favoriscano in media certi stili mentali e non altri. Ne conseguono delle ‘convergenze’ che in altri momenti sarebbero impensabili. Così per esempio le convergenze dell’opinione pubblica su un partito decisamente in minoranza fino a pochi mesi prima, o l’improvvisa caduta dei consensi per l’imprevedibile avanzata di una forza politica sorretta da un’ideologia vincente.

Che cosa spinge le ideologie al successo?
• i contenuti momentaneamente condivisi?
• il potere carismatico di un leader?
• una situazione economica momentaneamente favorabile e più o meno abilmente rivendicata da una parte politica?
• la diffusa carenza di pensiero critico?
• il contagio epidemico?
• la ‘qualità’ dell’ideologia?

Ho nominato per ultima la ‘qualità’ dell’ideologia. Ideologie unanimemente giudicate disastrose, come il nazismo o lo stalinismo, hanno goduto di un grande favore popolare. Non credo quindi nella ‘buona qualità’ di un’ideologia come ragione del suo successo. Credo piuttosto nella casuale convergenza, come già detto. E proprio questa ‘casualità’ costituisce un pericolo permanente da cui può difenderci solo la pienezza del pensiero critico. Ma chi curerà questa pienezza? O almeno tenterà di fare in modo che l’UCL e i suoi itinerari formativi puntino in quella direzione?

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