giovedì 5 aprile 2012

5h) I media


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L’ambiente da noi abitato è in larga parte mediatico. Da un lato i media stanno enormemente ampliando, sia pure virtualmente, la porzione di universo irraggiungibile dai nostri sensi. Non c’è quasi angolo della terra non investigato dalle telecamere a esserci familiare in tutti i suoi particolari dalle straordinarie tecniche di riprese sviluppatesi negli ultimi anni. Meglio di una formica chiunque può oggi esplorare l’interno di un formicaio e la vita che vi si svolge in tutte le sue interrelazioni, il tutto messo a disposizione della nostra inesauribile curiosità e voracità conoscitiva. Niente più off limits; niente più privacy per tutto ciò che vive e ciò che, vivendo, possiamo raggiungere in immagine.

Ma è proprio questo limite –si dirà– l’immagine che sostituisce il reale… Come se il reale ci si presentasse altrimenti che per immagine. Che sappiamo noi di un qualsiasi oggetto se non ciò che i sensi ci permettono di sapere? Ma la conoscenza va molto al di là dell’immagine sensoriale! Certamente, ma anche le immagini che l’attuale tecnica ci mette a disposizione sono infinitamente di più di quelle visive trasmesse dalla televisione. L’analisi componenziale che gli odierni strumenti rendono possibile, così come le analisi relazionale che quasi verificano il concetto stesso di ‘componente’ in favore di una concezione olistica della realtà ci rendono per così dire partecipi di un atto creativo che si pensava fosse di ben altra competenza – l’uno e il tutto, per servirci di un’antica formula filosofica non solo sono oggi a portata di mano (e non c’è bisogno di essere Einstein per allungarla, questa mano), ma possiamo discuterne, grazie ai media, da migliaia, milioni di kilometri di distanza… Una persona che mi conoscesse anche solo attraverso questi postini potrebbe meravigliarsi di trovare in me un convinto difensore della modernità; troppe volte mi ha visto come un prudente conservatore, poco incline alle ubriacature tecnologiche…

E chi ha detto che sono convinto?

Ogni tanto ci provo, ma, nonché convinto, non mi riesce neppure di essere convincente… L’interesse –non certo l’entusiasmo– per la politica mi spinge talvolta a cimentarmi in una difesa d’ufficio della modernità, ma una difesa convinta ed efficace dovrebbe basarsi sui fatti e non sulle parole e i miei –se così posso dire– ‘fatti’ sono le note musicali che ho scritto in passato, e questi non mostrano alcuna propensione per uno ‘sperimentalismo’ moderno…

O forse tra i ‘fatti’, in qualche caso almeno –e io ci rientrerei?–, trovano posto anche le parole?

Vedo che la tendenza centrifuga dei media ha contagiato anche me. Del resto l’intento di questi postini e mai è stato quello di mirare a invitare qualcuno alla coerenza; piuttosto quello di distogliervelo per adire ai campi, assai più grati, dell’incoerenza.

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