venerdì 23 maggio 2014

Tratta XII.1 – Cosa secondo te fa un libro?



[Dialogante 2]  Dopo una parentesi di due tratte ritorniamo al filone centrale del nostro progetto con quattro saggi, e precisamente
Dal sapere al pensare (2003)
La convivenza pacifica nella diversità (2005)
La funzione formativa nell’era della globalità (2006)
La relazione d’aiuto ovvero la composizione simmetrica delle diseguaglianze (2010),
di cui i primi tre dedicati esclusivamente alla scuola, mentre l’ultimo va ampiamente oltre, riguardando la situazione attuale di tutta la società.
[Dialogante 1]  Ma come fai a parlare, come nel titolo di queste annotazioni, di un libro che non scriverai mai, se già i quattro saggi succitati formano da soli un libro, e neppure troppo sottile?
[Dialogante 2]  Primo, i saggi sono disomogenei e non sono stati pensati come parte di un libro. Secondo: il quarto saggio non ha la stessa destinazione dei primi tre. Terzo: quest’ultimo scritto non ha né il carattere di ‘saggio’ (ma non l’aveva neppure il secondo) né quello di ‘libro’.
[Dialogante 1]  Perché, cosa secondo te fa un libro?
[Dialogante 2]  Non voglio apparirti come un nominalista, ma non chiamerei ‘libro’ un’accozzaglia di appunti, disseminata di parentesi, come questa.
[Dialogante 1]  Per me è libro qualsiasi insieme di fogli da rilegato e provvisto di copertina – che venga utilizzato come tale.
[Dialogante 2]  Non smentisci mai la tua ascendenza wittgensteiniana!
[Dialogante 1]  Con la quale non puoi non concordare.
[Dialogante 2]  Ovvio, anche se non è detto che uno debba per forza concordare con se stesso…
[Dialogante 1]  … anzi vive meglio se è capace di contraddirsi.

Nessun commento: