domenica 11 maggio 2014

Tratta XI.2 – Collegamenti plurimi



[Il fatto di scrivere il libro di un altro –o anche solo di arrangiare in forma leggibile gli appunti– è un modo di entrare in contatto immediato col suo pensiero, arricchendo quindi il nostro di un vasto campo di esperienze, strutturato diversamente da come avremmo fatto noi, ma proprio per questo assai ricco d’informazione difficilmente acquisibile in altro modo. Ho avuto più volte la fortuna di poter collaborare alla costruzione di un ‘ponte’ siffatto e non considero affatto perse le ore così impiegate.]

[Dialogante 2]  Dal resto i tanti anni –ormai avviati alla quarantina– di intensa collaborazione con i componenti del Centro Metaculturale, alcuni dei quali attivi dalla prim’ora, ha prodotto una sorta di collettivizzazione del pensiero che dà un senso più che solo grammaticale al noi che usiamo nella maggior parte dei nostri scritti.
[Dialogante 1]  Così anche il fittizio sdoppiamento dell’autore di queste note vuole essere, per il lettore, un richiamo alla pluralità delle menti che le ha prodotte, pluralità comprendenti anche le migliaia di menti infantili con cui abbiamo dialogato in ogni parte d’Italia.
[Dialogante 2]  Lo stesso titolo, Tratte, di questo libro (come già detto al capitolo II di lontana ascendenza manniana) allude ai collegamenti plurimi che uniscono e fondano i nostri itinerari mentali nella diversificata unità di un pensiero metaculturale.
[Dialogante 1]  Non ti darei la palma della chiarezza per ciò che hai detto, ma conto sulla sagacia del lettore, forse non più nuovo a tali costruzioni mentali.
[Dialogante 2]   Per parte mia preferirei un’umanità avvezza alle contorsioni del pensiero a una tanto semplice da lasciarsi subornare da un pensiero inconsistente, purché sia in sintonia con il suo.
[Dialogante 1]  Un pensiero contorto non può essere inconsistente quanto e più di uno semplice?

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