[Dialogante 2] Riprendendo
ora il concetto di ‘tratta’, non credi si possa fare una congiungente tra le
varie forme di musica e, oltre, di cultura avvicendatesi sulla terra?
[Dialogante 1] Scopri
l’acqua calda. Tratte del genere se
ne sono costruite ovunque e da sempre. E quello che si è trovato dall’altra parte,
nel momento che ce ne siamo appropriati, è divenuto parte della nostra cultura
senza che si possa dire che l’abbiamo ‘rubato’.
[Dialogante 2] È una
singolare proprietà della cultura, di passare di mano in mano, lasciando in
ciascuna un germoglio che fiorirà altrove in forme imprevedibili.
[Dialogante 1] Forse è
improprio parlare di una pluralità di culture, quando non si tratta che di
successive trasformazioni di un’unica cultura che il tempo e le variabili
condizioni ambientali hanno modificato e continuano a modificare.
[Dialogante 2] Stiamo
dicendo delle ovvietà perché, così come cambiano i tratti del corpo,
altrettanto cambiano quelli comportamentali e si passa da un erbivoro a un
carnivoro, da un rettile a un uccello o a un mammifero.
[Dialogante 1] Parli della
‘speciazione’. Questa richiede però milioni di anni, mentre alle culture
bastano poche decine e anche meno perché i loro rappresentanti neppure si
riconoscano e si trattino da estraneo, addirittura da nemici.
[Dialogante 2] Questo ti
dimostra quanto sia squilibrata l’evoluzione del cervello rispetto alle altre
parti del corpo. Questo è conformato per determinate prestazioni, mentre gliene
vengono richieste –dalla cultura– altre di molto superiori…
[Dialogante 1] …cui
supplisce il cervello con la tecnologia…,
[Dialogante 2] … una sorta
di ‘tratta’ verso l’impossibile…;
[Dialogante 1] …
impossibile, se non fosse appunto per lui.
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